“L’assedio è spezzato”: i social media reagiscono all’operazione palestinese lanciata contro Israele

PressTV. L’operazione militare senza precedenti del movimento di resistenza palestinese contro il regime d’apartheid israeliano, lanciata sabato mattina, ha scosso e messo in luce la fragilità del regime.

Immagini di soldati e coloni israeliani che corrono al riparo in mezzo a un’ondata di attacchi missilistici lanciati dal gruppo di resistenza Hamas, con sede a Gaza, sono circolate diffusamente sui social media.

I social media sono in fermento da sabato con post che acclamano l’operazione Ciclone Al-Aqsa, nota anche come operazione Diluvio Al-Aqsa, lanciata da Hamas nelle prime ore di sabato mattina.

Joseph Bahout, direttore dell’Issam Fares Institute for Public Policy & International Affairs (IFI) con sede in Libano, ha condiviso un video nel quale coloni israeliani corrono freneticamente mentre i razzi colpiscono i territori occupati.

“Le scene dei coloni israeliani che fuggono freneticamente dai dintorni di Gaza diventeranno sicuramente immagini che ossessioneranno i prossimi dibatti; almeno a livello psico-simbolico, qualcosa è cambiato negli equilibri di potere con le fazioni palestinesi a partire da questo momento”, ha twittato.

Le immagini dei coloni israeliani in preda al panico che corrono ai ripari, dopo aver occupato illegalmente terre e case palestinesi, sono state condivise da molti attivisti per i diritti umani e giornalisti sui social media.

Il panico era evidente, non solo sui volti dei coloni illegali ma anche su quelli dei funzionari di regime. Bel Trew, il principale corrispondente internazionale di The Independent, ha detto che l’esercito israeliano le ha riferito che questo è stato “il giorno peggiore” mai registrato per loro, mentre il bilancio delle vittime aumentava.

The Independent di Trew, così come altri media mainstream, hanno fatto di tutto per denigrare i gruppi della resistenza palestinese che hanno lanciato l’attacco nei territori occupati, mentre allo stesso tempo proteggevano l’occupante.

Chris Williamson, ex-parlamentare britannico e conduttore del programma settimanale Palestine Declassified di Press TV, è andato sulla sua pagina X (Twitter) per criticare la copertura mediatica “terribilmente unilaterale” della BBC.

Ha ricordato ai media occidentali i punti più importanti, tra cui che il regime israeliano “viola il diritto internazionale”, i palestinesi “lottano per liberare la loro patria da 75 anni di oppressione e terrorismo israeliano”, l’esercito e i coloni israeliani sono “i militanti” mentre i palestinesi sono combattenti per la libertà, la lotta armata è legittima secondo il diritto internazionale e il regime “rapisce palestinesi da molti anni”, con oltre 1.000 palestinesi attualmente nelle carceri israeliane.

TWEET Chris Williamson

Il video dei palestinesi che abbattono con i bulldozer il muro di separazione al confine con la Striscia di Gaza è stato ampiamente condiviso dagli utenti dei social media, con alcuni che hanno scritto che “Gaza aveva distrutto la prigione”.

“L’assedio è spezzato! Ripeto, l’assedio è spezzato”, ha scritto un utente, aggiungendo che il checkpoint militare di Erez (Beit Hanun, ndr) era stato ufficialmente aperto in entrambe le direzioni, dentro e fuori la Striscia di Gaza.

Nadi Abusaada, storico e architetto di Ramallah, ha condiviso un video dei palestinesi di Gaza che abbattono il muro di separazione eretto dal regime israeliano, dicendo che “il colonialismo soffoca l’immaginazione”.

“Oggi, mentre i palestinesi abbattono le barriere coloniali, danno vita al sogno di una geografia aperta e liberata, condividendo un video di combattenti della resistenza che infrangono le barriere erette dal regime”, ha scritto su X, già noto come Twitter.

Alcuni apologeti del sionismo hanno espresso preoccupazione per il fatto che i combattenti della resistenza palestinese tengono prigionieri i coloni israeliani, affermando che ciò viola le convenzioni internazionali sui diritti umani.

Sharmine Narwani, editorialista di The Cradle con sede a Beirut, ha risposto loro pubblicamente in modo adeguato.

“Nel caso qualcuno si senta dispiaciuto per i coloni israeliani che oggi vengono picchiati dai palestinesi. Non siatelo”, ha scritto Narwani, condividendo uno screenshot di un articolo del New York Times dal titolo: “Gli israeliani sono nei posti in prima fila per guardare le bombe che cadono su Gaza”.

Denunciando la palese ipocrisia degli uomini bianchi, in un altro tweet Narwani ha tracciato parallelismi tra le differenti reazioni nel caso siano gli israeliani a massacrare i palestinesi e quando invece sono i palestinesi a reagire.

Quando gli israeliani massacrano i palestinesi: “Sterminate i terroristi, radete al suolo Gaza, povero Israele, inviate armi”. Quando invece i palestinesi si vendicano: “Per favore, parlate tra di voi, la violenza non aiuta, due torti non fanno una ragione, siete dei barbari”, ha scritto.

Dilly Hussain, giornalista ed editorialista con sede a Londra, ha ribattuto a Keir Starmer, leader del partito laburista britannico, che “ha condannato” quelli che ha definito “attacchi palestinesi contro Israele”.

“Condanno fermamente i 75 anni di occupazione e pulizia etnica della Palestina e dei suoi cittadini”, ha scritto. “Non c’è alcuna giustificazione per questo atto terroristico perpetrato da coloro che cercano di minare ogni possibilità di pace futura nella regione”.

Hussain si è affrettato ad aggiungere che i palestinesi “hanno il diritto di difendersi”, facendo eco a molti altri che hanno ricordato al mondo chi è l’occupante e chi è l’occupato.

Mick Wallace, deputato al Parlamento europeo, ha reagito duramente al tweet della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in cui accusava Hamas di aver attaccato Israele.

“La stragrande maggioranza dei cittadini europei non sostiene il brutale Stato di apartheid di Israele – La stragrande maggioranza dei cittadini europei sostiene il popolo palestinese che è stato perseguitato e terrorizzato da Israele per così tanti anni – Se solo l’UE fosse una vera democrazia”, ha scritto.

Lowkey, podcaster e artista musicale, ha fornito uno spaccato della barbarie del regime israeliano, condividendo un’immagine della moschea Al Amin Muhammad a Khan Yunis ridotta in macerie.

Amer Zahr, uno scrittore palestinese residente a Dearborn, ha detto che il regime ha interrotto la fornitura di energia elettrica a Gaza.

“Nel caso tu sia una di quelle persone che dicono: “Israele non occupa Gaza. E’ Hamas che ha il controllo”. L’occupazione sarò sempre affrontata da una resistenza legittima”, ha scritto.

Lo scrittore e analista di Gaza, Muhammad Shehada, ha condiviso la prima pagina di The Mail con il titolo “Non uccidermi”, mostrando una donna tra quelle detenute sabato dai combattenti palestinesi.

“Non è stata uccisa, violentata o abusata. Le riprese la mostravano pochi istanti dopo al sicuro a Gaza”, ha scritto.

“E’ stata fatta prigioniera come “merce di scambio” per liberare migliaia di palestinesi che Israele detiene senza accuse, prove o processo (nota anche come detenzione amministrativa). Entrambi violano il diritto internazionale!”

Mohammed el-Kurd, uno scrittore di al-Quds occupata/Gerusalemme, ha detto che gran parte di ciò che sta accadendo attualmente nei Territori palestinesi occupati “si troverà nei futuri libri di storia come un esempio di lotta rivoluzionaria”.

“Aspettare che siano i libri di storia a dirti cosa celebrare è facile. È molto più difficile stare dalla parte giusta della storia mentre sta avvenendo in tempo reale”, ha scritto, ricordando al mondo da quale parte stanno i palestinesi.

Un utente dei social media ha citato Malcolm X per spiegare cosa pensa della lotta palestinese.

“Se non stai attento, i giornali ti faranno odiare le persone che sono oppresse e ti faranno amare gli oppressori”.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi