Le forze israeliane attaccano la clinica medica di Halamish

Betlemme-Ma’an e Wafa. Le forze israeliane hanno attaccato una clinica pubblica nella cittadina di Kobar, a nord di Ramallah, martedì notte, dopo averne divelto  il cancello.

Il ministero della Salute palestinese ha condannato l'”ingiustificato attacco militare israeliano” e ha invitato tutte le organizzazioni sanitarie internazionali ad intervenire “per ritenere Israele responsabile dei suoi ripetuti assalti alle strutture sanitarie palestinesi”.

L’attacco è giunto qualche ora dopo che l’organizzazione per i diritti umani Amnesty International condannava le forze israeliane per ripetuti e violenti assalti in un ospedale della Gerusalemme Est occupata, impegnato a curare centinaia di Palestinesi feriti dalle forze israeliane negli ultimi giorni a causa della brutale repressione delle manifestazioni intorno al complesso della moschea Al-Aqsa.

Le forze israeliane hanno attaccato l’ospedale al-Makassed almeno due volte, la settimana scorsa, nel tentativo di arrestare i manifestanti feriti gravemente.

“Il comportamento delle forze israeliane, che hanno compiuto violenti assalti nell’ospedale Makassed molestando e intimidendo il personale e i pazienti, è assolutamente deplorevole. Non può esserci alcuna giustificazione per impedire agli operatori sanitari di prendersi cura di un paziente ferito gravemente”, ha dichiarato Magdalena Mughrabi, vicedirettore regionale di Amnesty.

Durante gli scontri, le forze israeliane hanno anche impedito ai pazienti di ricevere assistenza presso la clinica di Al-Makassed che si trova nella Città Vecchia, mentre si riportano assalti anche negli ospedali di Hebron.

L’assalto di martedì notte alla clinica pubblica ha avuto luogo a Kobar, la città natale di Omar al-Abed, un Palestinese di 19 anni che ha portato a termine un attacco al coltello nell’insediamento illegale israeliano di Halamish, venerdì 21 luglio, dove ha ucciso tre coloni israeliani.

Dal momento dell’aggressione, le forze israeliane hanno condotto una serie di misure punitive contro la famiglia di Al-Abed e gli abitanti di Kobar, attaccando e imponendo una chiusura militare alla cittadina e impedendo ai residenti di entrare o di uscire dal villaggio. Hanno anche arrestato il fratello di Al-Abed e la madre.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha anche annunciato che la casa della famiglia di al-Abed sarebbe stata demolita per punizione, e diversi funzionari israeliani hanno chiesto di applicare la pena di morte al ragazzo.

Il governo israeliano ha affrontato a lungo critiche per la sua risposta agli attacchi, con i gruppi per i diritti che affermano che severe misure di sicurezza costituiscono una punizione collettiva e una violazione del diritto internazionale.

Traduzione di Edy Meroli