Le tecnologie biometriche di HP complici dell’apartheid razzista contro i palestinesi

Le tecnologie biometriche di HP complici dell’apartheid razzista contro i palestinesi

InfoPal. Di Lorenzo Poli. Gran parte dell’opinione pubblica in Italia e all’estero in queste settimane, con l’Operazione “Spade di ferro” dell’esercito israeliano, si domanda perché i palestinesi si ostinano a rimanere in una terra che gli impedisce di vivere, o perché se stanno male non fuggono dalle loro terre, o addirittura perché non abbandonano le loro città durante i bombardamenti israeliani per andare a vivere all’estero. La risposta è scontata, ma è giusta ribadirla all’ingenuità dell’uomo medio italiano: il popolo palestinese è un popolo in lotta per la liberazione della loro terra dall’oppressione e dall’occupazione coloniale dello Stato sionista di Israele. Un popolo che è in lotta non abbandona la propria terra, perché abbandonarla significa lasciare definitivamente adito al colonialismo israeliano di impossessarsi delle loro terre considerandole “terra nullius”.

Detto ciò, è interessante però ricordare che, anche volendo, i palestinesi non possono uscire dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania occupata perché Israele impone da 17 anni un assedio economico e militare che impedisce rifornimenti economici e sanitari in modo indipendente, e vieta il transito delle persone. La marina israeliana applica il blocco navale alla Striscia di Gaza fin dal 2007.

In quanto Stato occupante – come ha spesso ribadito anche l’ONU – Israele dovrebbe adempiere ai suoi compiti e fornire le prime necessità alla popolazione che occupa, ma questo non avviene. Anzi, Israele non solo non fornisce nulla, ma fa di tutto per gettarla nella disperazione e, se a qualche palestinese venisse in mente di scappare, non potrebbe nemmeno in quanto soggetto ad un forte controllo militare che implica anche violenza fisica. Se si vuole capire come vive un popolo sotto l’occupazione militare dal 1948, si guardi questo video e ci si chieda se i palestinesi hanno o meno il diritto di ribellarsi all’apartheid che dura da oltre settant’anni. Inoltre, negli ultimi decenni, Israele ha implementato le più innovative tecnologie biometriche di sorveglianza per reprimere e controllare la popolazione palestinese.

La complicità della multinazionale HP col colonialismo israeliano.

All’origine di questo massiccio controllo sociale con biometria e innovazione tecnologica – base dell’apartheid razzista e coloniale di Israele contro i palestinesi – vi è la complicità della multinazionale HP, che tutti in Occidente conoscono come produttrice di mouse, stampanti, computer, chiavette e molto altro. Dal novembre 2015, la Compagnia HP si è divisa in due società, la Hewlett-Packard Enterprise e la HP Inc, ma la sostanza non cambia, in quanto egualmente complice dell’apartheid razzista.

L’HP ha fornito servizi e tecnologie all’esercito israeliano, tra cui quelle per la gestione delle infrastrutture IT della marina israeliana. L’infrastruttura IT fornita dall’HP alla marina israeliana è stata usata dall’esercito israeliano come sistema pilota per tutto il sistema IT attraverso il contratto del progetto “virtualization project” vinto dall’HP nel 2009. Nello stesso anno, HP Global ottenne un altro contratto per fornire attrezzatura informatica alle forze armate israeliane.

Nel maggio 2011, l’HP ricevette un’offerta di quattro anni per implementare e integrare i sistemi ERP SAP per l’esercito israeliano in centinaia di migliaia di NIS (Shekel). Nel dicembre 2011 l’HP ottenne un’offerta di 500 milioni di NIS per fornire, implementare e fare la manutenzione di tutti i server delle forze di sicurezza israeliane. L’offerta è stata di tre anni con l’opzione di estensione di due anni, prevedendo anche la fornitura di server e relativa attrezzatura.

L’Israel Prison Service (IPS), ovvero il sistema carcerario israeliano, rispondendo nel dicembre 2013 a una richiesta formulata da Who Profits, ha dichiarato che HP ha un contratto per fornire stampanti e manutenzione dei sistemi HP e dei server centrali fino al 2016 per un ammontare di decine di milioni di shekel.

Nell’agosto 2012, l’autorità carceraria israeliana annunciò la firma di un contratto con l’HP, senza bando di gara, per la fornitura dei server centrali del sistema operativo dell’IPS, denominato sistema “Tzohar”. HP fornisce i servizi di manutenzione per questi server e ha fornito un progetto per l’immagazzinamento e l’archiviazione di e-mail nel sistema IPS.

Secondo un rapporto di un organo di controllo statale, nell’agosto 2006 l’IPS pubblicò un bando per stabilire un nuovo sistema di elaborazione dati, il sistema “Kidma”, che si ipotizzava avrebbe sostituito il sistema di informazioni dell’IPS. Nell’ottobre 2007 l’IPS firmò un contratto con l’HP per sviluppare il sistema che avrebbe incluso in sistema per le risorse umane, il sistema di gestione dei prigionieri, il sistema di gestione delle carceri e un sottosistema di intelligence. Inizialmente lo stanziamento del progetto era di 43,2 milioni di NIS, ma nel 2004 fu aumentato a 62,5 milioni di NIS. Il budget non comprendeva la manutenzione del sistema e fino al 2012 lo stanziamento aumentò fino 144 milioni di NIS, più del triplo del bilancio iniziale. Si supponeva che il progetto sarebbe stato realizzato in 23 mesi ed era stimato in 43 milioni di NIS, ma ci vollero cinque anni e costò 144 milioni di NIS. Il direttore dell’IPS dichiarò che dal 2010 l’IPS aveva congelato i pagamenti ad HP, per cui il 28 febbraio 2013, l’IPS firmò la fine del contratto.  Alla fine, la somma pagata a HP fu di 126 milioni di NIS: la compagnia aveva completato tre dei quattro sistemi che erano stati richiesti.

HP gestisce, inoltre, un centro di sviluppo che assume donne ultra-ortodosse a Beitar Illit, insediamento illegale nella Cisgiordania occupata. Questo centro era stato attivato da EDS (Electronic Data System) nel 2006 e nel 2008 subentrò HP. Il centro inizialmente si trovava in una struttura fornita dalla municipalità di Beitar Illit, ma nel gennaio 2012 HP si espanse ulteriormente e costruì una nuova struttura per il centro, con una concessione di tre anni dal ministero del Commercio e dell’Industria, per centinaia di migliaia di NIS all’anno.

HP fornisce servizi e tecnologie a due dei più grossi insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata: Modi’in Ilit e Ariel. Matrix IT e il suo sussidiario Tact Testware che forniscono servizi tecnologici all’HP, sono ubicati nell’insediamento illegale di Modi’in Ilit. Matrix IT distribuisce computer HP, server e soluzioni. Il personale di Matrix IT è stato addestrato dall’HP nel fornire software e servizi. Tact Testware fornisce licenze e servizi all’HP nel campo dell’automatizzazione. HP ha partecipato anche al progetto “Smart City” nell’insediamento illegale di Ariel, in Cisgiordania, dove fornisce un sistema di archiviazione per la municipalità dell’insediamento. L’insediamento illegale di Ariel è stato scelto dal governo israeliano come “città pilota” per questo programma.

Sistema Aviv e Sitema Maoz, carte d’identità biometriche.

Nel 2008, HP firmò un contratto con il ministero degli Interni israeliano per la produzione e la fabbricazione di carte d’identità (ID) biometriche per i cittadini israeliani, compresi i residenti palestinesi di Israele e di Gerusalemme Est Occupata. La compagnia fa funzionare e provvede alla manutenzione del sistema Aviv per il censimento della popolazione, per l’immigrazione e il controllo dei confini.

Essendo il sistema di identificazione organizzato su basi etniche e religiose, la nuova banca dati biometrica e il nuovo metodo di schede di identificazione sono divenute parte fondamentale del controllo delle minoranze etniche e nazionali.

In questo sistema di identificazione, le carte di identità blu indicano “i cittadini israeliani”, quelle arancioni e verdi sono date ai Palestinesi dei Territori occupati in possesso di un permesso per entrare in Israele. L’assegnazione della cittadinanza solo ad un piccolo numero di Palestinesi, quelli che erano fisicamente presenti nelle loro case nel corso del censimento che si svolse dopo il 1948, ha permesso a Israele di rifiutarla ad altri Palestinesi che erano fuggiti o che erano stati espulsi con la forza durante la creazione dello stato di Israele.

Un rapporto dell’ONU del 2007 riporta che la cittadinanza è stata negata anche ad oltre 250.000 Palestinesi che vivono a Gerusalemme Est, annessa arbitrariamente dallo Stato di Israele, così come ad altre migliaia di Palestinesi che vivono dentro i confini statali, per via di limitazioni tecniche che si applicano soltanto ai residenti non-Ebrei. Questo sistema di identificazione – con cui HP è presente fin dal 1997, senza bando di gara -, oltre a stratificare le varie etnie, rafforza le diseguaglianze politiche ed economiche fra i cittadini Ebrei e quelli non-Ebrei, Arabi e non-Arabi, Israeliani e Palestinesi, limitando la mobilità dei vari gruppi.

La scadenza del contratto sarebbe stata prevista per la fine del 2013. Il sistema Aviv comprende il “database Yesha” che contiene informazioni sui cittadini israeliani che vivono negli insediamenti.

Nel 2014, l’autorità per la popolazione e l’immigrazione stipulò un contratto di oltre 2 milioni di NIS con HP per lo sviluppo e la gestione del sistema di controllo dei lavoratori stranieri – chiamato sistema Maoz – e per integrarlo nel sistema Aviv.

Nel 2011 HP ebbe un contratto, senza bando, per installare un punto di osservazione del registro della popolazione collegato al sistema dell’archivio della popolazione. L’unità Arbel dell’autorità della popolazione gestisce la sostituzione dei passaporti con carte d’identità biometriche. Il progetto Arbel comprende la raccolta e l’archiviazione di tutte le informazioni riguardanti i cittadini israeliani. Nel 2013, i dipendenti statali del progetto furono sostituiti da dipendenti di HP. Nel 2013, HP ebbe un altro contratto, senza gara, per fornire l’hardware alle macchine diverso dal software e dalle macchine stesse.

Il sistema Basel, la scheda biometrica per i checkpoint nei TPO.

Il sistema BASEL è un sistema d’identificazione biometrica con riconoscimento palmare e facciale, installato nei checkpoint per impedire la libera circolazione dei palestinesi e per controllarne gli accessi in Israele e a Gaza. Tutti i Palestinesi, quando vogliono entrare in Israele, devono dotarsi di una “scheda biometrica” magnetica d’identificazione, presentando istanza alle autorità di occupazione israeliane. Ogni scheda elettronica d’identificazione contiene  informazioni  sia biometriche sia personali e di sicurezza raccolte nel sistema BASEL, che HP Enterprise Services, l’ex EDS Israele, ha fornito al ministero israeliano della Difesa (garantendone sviluppo, installazione, gestione e appoggio continuo sul campo). Questo sistema di controllo biometrico è installato ai posti di controllo militari israeliani in Cisgiordania e a Gaza per controllare l’accesso dei palestinesi ed è stato inoltre finanziato dal governo degli Stati Uniti a seguito della stipula del Memorandum di Wye River. E’ inoltre installato nei checkpoint all’interno dei Territori Palestinesi Occupati (TPO) ed è utilizzato anche per la gestione del sistema stradario separato in Cisgiordania che mira a limitare gli spostamenti dei Palestinesi. Pertanto i checkpoint principali sono in realtà collocati dentro i Territori occupati e limitano gli spostamenti tra le città palestinesi. Quindi è finalizzato a reprimere e sottomettere la popolazione civile palestinese della Cisgiordania occupata, dove è installato sui seguenti posti di controllo: Gerico, Betlemme (Ma’avar Rachel), Jenin, Nablus, Tulkarem, Hebron, Abu Dis, Tarkumia oltre che sul valico di Ephraim (Sha’ar Efraim, Irtach).

Nel 2011, il ministero israeliano della Difesa rispose a un quesito da parte “Who profits from the occupation” (Chi trae profitto dall’Occupazione) riguardante il sistema Basel, confermando che HP è stata appaltata dal Ministero per la gestione e manutenzione del Sistema Basel. Nel 2014, il ministero israeliano della Difesa, replicando a una richiesta per la libertà di informazione presentata da “Who profits” ha dichiarato che l’appalto con HP del sistema Basel è stato stipulato fino alla fine del 2015.

Da Anni il Movimento BDS porta avanti campagne di boicottaggio dell’HP in tutto il mondo, con grande cassa di risonanza, con il fine di informare di quali crimini questa multinazionale si è resa complice.

Fonte: https://bdsitalia.org/index.php/la-campagna-hp/2017-scheda-hp).