Leader islamico libanese: i paesi della Primavera araba sono distratti dalla causa palestinese

Beirut-Quds Press. Il segretario generale della Jama’a al-Islamiyaha in Libano, Ibrahim al-Masri, ha espresso il proprio rammarico per il fatto che la posizione israeliana, a livello militare e in materia di sicurezza, “si stia rafforzando a scapito di quella della resistenza palestinese e le nazioni arabe confinanti”. Tuttavia egli si è detto speranzoso che “la resistenza islamica nella Striscia di Gaza, e in Cisgiordania, proseguirà la propria marcia fino alla liberazione delle terre e dei luoghi sacri”.

In alcune dichiarazioni esclusive rilasciate a Quds Press in occasione del 65° anniversario della Nakba palestinese, al-Masri ha riferito che l’arretramento della posizione della causa palestinesi nei paesi della Primavera araba è temporaneo. Ha dichiarato: “E’ noto che l’entità sionista continua a sviluppare le sue capacità militari e in materia di sicurezza, a scapito della resistenza palestinese e gli stati vicini. Mentre il fatto che Israele è ora più sicuro di prima è diventato una realtà, perché il mondo arabo è occupato a risolvere piccole questioni, mentre la resistenza, a sua volta, è impegnata in affari collaterali. Perciò, credo che Israele, in questa situazione, si senta più al sicuro di prima”.

Ha aggiunto: “Mi auguro che questa sia una fase di transizione, perché la questione palestinese non è legata a questo o a quel paese, bensì, alla resistenza, che ora può contare su diverse organizzazioni islamiche che proseguono le loro attività e Jihad fino alla liberazione. Recentemente, quella di Gaza ha fornito un ottimo esempio di resistenza, e se Dio vuole, lo stesso si ripeterà, in futuro, in Cisgiordania”.

Sul fronte libanese, al-Masri ha avvertito dalle conseguenze di trascinare il paese nel vuoto politico, e trasferire la crisi siriana in Libano. Ha affermato: “Noi non abbiamo boicottato la seduta di dialogo tenuta oggi, tuttavia, l’abbiamo considerata inutile. Notiamo che il Libano è destinato ad un’ulteriore frammentazione, e potrebbe versare in uno stato di vuoto politico e costituzionale, a causa di alcune forze alleate con il regime di Damasco che vogliono tenere il paese impegnato, per motivi elettorali. In definitiva, la situazione del Libano è molto difficile, di conseguenza, esso costituisce un punto debole nel fronte arabo, mentre prima rappresentava un punto di forza”.

Tutto può accadere in Libano, compreso il precipitare della situazione, a livello di sicurezza, se alcune forze libanesi continuano a sostenere il regime siriano e inviare combattenti in Siria. Non escludo che gli scontri si possano estendere al Libano, soprattutto, in virtù della presenza di centinaia di migliaia di siriani sfollati, oltre al fatto che la maggioranza dei libanesi sostiene il popolo siriano nella sua rivoluzione”, ha concluso.