L’era della “fortezza Israele” è finita

Qasaam-Benjamin-NetanyahuMemo. Così come non è possibile per la resistenza palestinese, o per qualsiasi altro movimento di resistenza popolare armata, conseguire una vittoria decisiva in tempo così breve, allo stesso modo per Israele, come per qualsiasi esercito occupante, è impossibile scoraggiare la resistenza palestinese e prevenire lo sviluppo delle sue forme culturali e strutturali.
È su questa regola generale che si è basata la guerra fra forze sioniste e resistenza palestinese a Gaza.
Pertanto, come la resistenza palestinese ancora deve conseguire una vittoria contro l’occupazione, almeno nel senso di far ritirare le forze israeliane dai territori occupati nel 1967, Israele, per parte sua, non
è stata in grado di incrinare la volontà dei palestinesi e di impedire che questa si rafforzasse, nonostante l’esercito di Israele sia senza dubbio il più potente della regione.

La resistenza palestinese è infatti presente in molte forme e in molte aree della Striscia di Gaza e
l’esercito israeliano non ha saputo sconfiggere queste forze di resistenza, nonostante l’ampia disponibilità di armi sofisticate.
Sebbene l’esercito israeliano sia noto ad alcuni come l'”esercito invincibile”, non ha potuto sradicare la resistenza palestinese.

I fattori storici che hanno determinato lo scontro arabo con Israele diventano ancora più significativi quando si considerano la “Guerra d’attrito” (marzo 1969 – settembre 1970) e lo sforzo comune degli
eserciti siriano e egiziano nel 1973. Questi due momenti storici, insieme agli Accordi di Camp David, possono essere considerati come i fattori che hanno messo fine al sogno della “Grande Israele”, perché il
governo israeliano fu obbligato a restituire la penisola del Sinai.
Inoltre il lavoro del fronte di resistenza libanese, che ha costretto le forze di Israele a ritirarsi dal Libano nel 2000, e la conseguente sconfitta di Israele in Libano nel 2006, mandano in frantumi il concetto
dell’invincibilità di Israele, concetto già contestato dall’affermazione di Hassan Nasrallah, per cui Israele non sarebbe stato altro che un “castello di carta”.

Si potrebbe affermare che Israele non è più ciò che soleva essere e ciò potrebbe essere affermato senza timore di sottovalutarla. Israele non è più in grado di ottenere vittorie definite ed in tempi brevi, né può
continuare a scoraggiare la resistenza o le sue minacce. Così il governo israeliano pratica il razzismo a livelli fascisti e continua a commettere massacri contro la popolazione civile, inclusi donne, bambini
ed anziani. Tutte queste nuove variabili sono gli elementi che obbligheranno Israele ad lasciare il posto privilegiato di figlio prediletto del mondo e quando questo accadrà non potrà più essere uno
stato al di sopra della legge internazionale. Credo che questo sia, per Israele, lo scotto più grave da pagare per il massacro della popolazione palestinese che sta attualmente perpetrando. Come mai?

Alla fine del primo mese della recente guerra a Gaza, l’esercito israeliano aveva concluso la sua offensiva di terra e non era stato in grado di ridimensionare l’apparente vittoria della resistenza, cosa che
infine diede spazio al governo di Netanyahu per dettare le condizioni per il cessate il fuoco. Eppure la natura fascista di questo governo ha portato alla sua mancata cooperazione durante i negoziati per il cessate
il fuoco e aumentato la sete di violenza contro il popolo palestinese.
Credevano che così facendo avrebbero incrinato le intenzioni e la resistenza dei palestinesi e che li avrebbero forzati ad accettare una di queste tre condizioni: Israele avrebbe messo fine all’assedio di Gaza
in cambio del disarmo della resistenza, o si sarebbe giunti alla fine delle ostilità (come nel caso di un cessate il fuoco) a patto che questa fosse reciproca, o ancora i palestinesi avrebbero cooperato per
rispondere alle richieste di sicurezza di Israele in cambio della cooperazione di Israele a rispondere a quelle umanitarie di Gaza.

È stato a questo punto che Netanyahu e il suo governo di coloni hanno realizzato che sarebbe stato impossibile soddisfare una di questi tre obiettivi senza prolungare la violenza ed allargare la portata della
loro invasione di terra, prendendo il pieno controllo della Striscia di Gaza. Sebbene il governo e l’esercito israeliano siano più che capaci di ottenere questi obiettivi, un’occupazione totale della Striscia di Gaza
è stata evitata per anni da Israele. Quelle di Netanyahu e socii di occupare l’intera Striscia quindi non sono altro che vuote minacce, perché essi temono questo scenario come la peste. Le minacce del governo
israeliano di lanciare nuovamente un’offensiva di terra su Gaza non solo serve da elemento di discussione per i negoziati per un cessate il fuoco, ma solidifica inoltre l’intenzione di Israele di separare Gaza
dalla Cisgiordania sotto il profilo sia geografico che politico e sia in termini di resistenza che di sorte politica. Che significa tutto questo?

Il fallimento dell’esercito israeliano nell’ultima brutale guerra nella Striscia di Gaza non dimostra solo il fallimento di Netanyahu, Ya’alon e Gants, come l’opposizione affermerebbe di sicuro, ma significano anche
che l’era d’oro dell’espansionismo di Israele, l’idea della “Grande Israele” e i privilegi di cui un tempo Israele godeva, sono ora definitivamente cose del passato.

Affermo ciò ben sapendo che le aggressioni del governo di Israele contro la gente palestinese non sono finite e non finiranno nel futuro prossimo. Affermo ciò nonostante il fatto che i massacri continueranno e
nonostante il fatto che l’amministrazione Obama, come ogni altra amministrazione americana prima di questa, non smetterà di finanziare questi massacri, in nome del “diritto di Israele a difendersi”.

Gli Stati Uniti continuano a comportarsi come se Israele non fosse responsabile di innumerevoli politiche fasciste contro qualsiasi cosa riguardi la Palestina o come se Israele non sia stata l’unica responsabile di 20 anni di negoziati falliti. Gli Stati Uniti finanziano Israele ad occhi chiusi nonostante quest’ultima abbia spinto la società palestinese all’implosione. Eppure l’amministrazione americana continua a parlare di diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e di diritti umanitari come se non fosse l’America a continuare ad incoraggiare Israele a perpetrare l’annientamento dei Palestinesi attraverso anni di genocidi.

Gli USA devono ancora ammettere che è l’amministrazione americana ad impedire che Israele sia condannata dalla Corte Penale Internazionale e da altri organismi di giustizia internazionali. Ad ogni
modo non si può ignorare il fatto che i governi arabi hanno pure loro fallito  nel dimostrare un reale supporto ai palestinesi. Nonostante tutti questi fattori, si deve ammettere che la posizione di Israele nello scenario politico internazionale non è più la stessa.

Si considerino i seguenti elementi come esempi del declino dell’era del potere di Israele:
come può una persona sana di mente credere che l’esercito israeliano, incapace di ottenere una vittoria decisiva nella Striscia di Gaza, possa un giorno essere in grado di avere la meglio sull’esercito nazionale
libanese in uno scontro sul loro fronte? Non deve dimenticarsi che l’esercito libanese ha armi e addestramento sofisticati e può colpire i propri obiettivi con precisione e accuratezza.

Come può una persona sana di mente credere che quello stesso esercito israeliano possa un giorno essere in grado di prevalere in una guerra contro l’Iran, guerra che Netanyahu continua ad invocare e afferma
vincerebbe se scoppiasse?

In breve: le molte cose che abbiamo appreso a proposito di Israele nell’ultima guerra a Gaza dimostrano che l’esercito israeliano non è in grado di sconfiggere e disarmare la resistenza palestinese e che Israele
non siede più su di un alto piedistallo al di sopra delle leggi.

Israele non è più invincibile. Eppure questa nuova realtà va nel senso opposto rispetto al cuore dell’ideologia degli odierni governanti sionisti, che continuano a sostenere che i governi arabi sono vulnerabili ed hanno
abbandonato il loro dovere nazionale di difendere la loro gente e che continuano a prendere parte a negoziati sostenuti dall’America, negoziati che – dicono falsamente – risulteranno in un “terra in cambio
di pace”. Questo è il concetto che è stato consacrato alla Conferenza di Madrid e per 20 anni leader americani e globali hanno sostenuto che l’abilità di raggiungere la pace è nelle mani americane. Ad ogni modo la nostra esperienza diretta ci dice che il 99% dei motivi per cui la guerra è proseguita vengono dall’America e che il 99% dei fallimenti dei negoziati sono dovuti ad America e Israele. Più importante, il 99% dei motivi dietro il conflitto vengo dall’America e il 99% delle responsabilità dei massacri sionisti contro il popolo palestinese è in mani americane.

Traduzione di Luca Fortunato