L’esercito israeliano blocca l’accesso al convoglio di aiuti delle Nazioni Unite e dell’OMS all’ospedale Nasser di Gaza

Gaza. Il ministero della Salute di Gaza ha dichiarato venerdì che l’esercito di occupazione israeliano ha bloccato un convoglio di aiuti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e alti funzionari delle Nazioni Unite che tentavano di raggiungere l’ospedale Nasser assediato, a Khan Yunis.

In un comunicato, il ministero ha affermato che il convoglio, composto da due camion che trasportavano cibo, acqua e carburante, è stato fermato dall’esercito israeliano sulla strada, per diverse ore, mentre i bulldozer scavavano buche davanti e dietro il convoglio.

Non ci sono informazioni se l’esercito israeliano abbia successivamente rilasciato il convoglio e gli abbia permesso di tornare indietro o di raggiungere l’ospedale.

A questo proposito, il ministro della Salute palestinese, Mai Kayla, ha accusato l’esercito israeliano di aver commesso un crimine di genocidio contro i restanti civili sfollati, pazienti e personale medico dell’ospedale Nasser.

Kayla ha avvertito del disastro umanitario nella Striscia di Gaza se l’ospedale dovesse smettere di fornire servizi medici, descrivendo la struttura come la spina dorsale del sistema sanitario nel territorio devastato dalla guerra.

Da parte sua, l’OMS ha descritto i rapporti emersi dall’ospedale Nasser come “profondamente allarmanti” e ha espresso preoccupazione per la sicurezza dei pazienti, degli operatori sanitari e dei civili che si rifugiano nella struttura.

Il portavoce dell’OMS, Tarik Jasarevic, ha detto ai giornalisti in una conferenza stampa a Ginevra che l’organismo sanitario delle Nazioni Unite sta cercando di ottenere un accesso urgente all’ospedale.

“Dobbiamo davvero raggiungerlo per portare carburante affinché l’ospedale possa continuare a funzionare e i pazienti che sono ancora lì possano continuare a ricevere cure mediche”, ha affermato, sottolineando anche la necessità di valutare le condizioni dei pazienti e per la loro salute e un invio sicuro ad altre strutture.

“Abbiamo detto per tutto questo tempo che i pazienti, gli operatori sanitari e i civili che cercano rifugio negli ospedali meritano sicurezza e non una sepoltura in quei luoghi”, ha aggiunto.

(Fonte: PIC, Quds News).