MEMO. Un anziano parlamentare indonesiano ha affermato che il suo paese non normalizzerà mai le relazioni con Israele, confermando che gli Stati Uniti hanno offerto 2 miliardi di dollari allo stato indonesiano per fare una mossa del genere, secondo quanto ha riferito questa settimana l’agenzia di stampa Shehab.
Il presidente della Commissione per la cooperazione interparlamentare presso la Camera dei Rappresentanti indonesiana, Fadli Zon, ha affermato che in passato gli Stati Uniti hanno esercitato molta pressione sul suo paese al fine di normalizzare i suoi legami con Israele promettendo, in cambio, di fornire aiuti per il miglioramento delle condizioni economiche.
Durante una riunione tenuta da Parliamentarians for Jerusalem Association (Parlamentari per l’Associazione di Gerusalemme), Zon ha affermato che la causa palestinese sta andando di male in peggio a causa del “cieco” pregiudizio statunitense nei confronti di Israele e del disprezzo per i diritti dei palestinesi.
Zon ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno esercitato pressioni sugli stati arabi e islamici nel tentativo di incoraggiarli a normalizzare le relazioni con Israele.
Ha sottolineato che il Presidente, il ministro degli Esteri e il Parlamento indonesiani “sono chiaramente contrari all’idea di una normalizzazione con Israele”, sottolineando che tale mossa andrebbe solo a vantaggio di Israele, mentre rappresenterebbe un passo indietro per la difesa dei diritti palestinesi e la giustizia internazionale.
Il funzionario indonesiano ha ribadito che “è impossibile” per il suo paese operare una normalizzazione con Israele, sottolineando che quest’ultimo “è uno stato di occupazione” che ha occupato una terra palestinese, e la normalizzazione dei legami con lo Stato ebraico “è contro la Costituzione indonesiana”.
Zon ha ribadito che gli ultimi accordi di normalizzazione “hanno incoraggiato” Israele a continuare a violare i diritti dei palestinesi, così come ad aumentare la costruzione di insediamenti.
Ha invitato la comunità internazionale ad arginare la costruzione di insediamenti, che sfida le risoluzioni internazionali e mina l’attuazione della soluzione a due Stati.
Traduzione per InfoPal di Giulia Deiana