Manifestanti bruciano le sedi del partito di Mursi in tre città

Press-Tv. Furiosi cittadini egiziani hanno dato alle fiamme le sedi del partito di Mohammed Mursi in tre città egiziane, per protestare contro il decreto costituzionale che attribuisce al presidente poteri illimitati. 

Secondo la Tv di stato egiziana, nella giornata di venerdì 23 novembre, gli uffici di Libertà e Giustizia, partito della Fratellanza Musulmana egiziana, sono stati dati alle fiamme in tre città: Suez, Ismailiya e Port Said. 

Anche la sede del partito di Mursi nella città mediterranea di Alessandria è stata presa d’assalto, scatenando dei tafferugli tra oppositori e sostenitori del presidente egiziano. 

Giovedì 22 novembre, Mursi ha emanato un nuovo decreto, con il quale nessun organo giurisdizionale può sciogliere l’Assemblea Costituente egiziana che sta sta redigendo la nuova costituzione. 

Inoltre, il decreto permetterebbe al presidente di “prendere qualsiasi decisione o misura atta a proteggere la rivoluzione”, e considera le decisioni e le leggi emanate dal capo dello stato, “definitive e non soggette a nessun appello”. 

Tale mossa ha scatenato delle ondate di proteste a livello nazionale, organizzate dalle forze di opposizione che hanno definito il decreto “un colpo di stato contro la legittimità” e “un duro colpo alla rivoluzione, che potrebbe avere delle conseguenze disastrose”. 

Mohammed el-Baradei, premio Nobel per la Pace e ex direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), ha affermato che Mursi ha “usurpato tutti i poteri dello Stato, proclamandosi nuovo faraone d’Egitto”.