Ginevra-Quds News Network. Nuove testimonianze, documentate da Euro-Med Human Right Monitor, sono state rese dai detenuti palestinesi della Striscia di Gaza rilasciati di recente, tra cui donne e bambini. Tutti descrivono in dettaglio le torture e gli abusi subiti da parte delle autorità israeliane. L’organizzazione per i diritti ha citato alcuni crimini, tra cui il denudamento forzato, le molestie sessuali e le minacce di tortura sessuale, chiedendo allo stesso tempo un’azione internazionale urgente per fermare queste violazioni.
Alla squadra di Euro-Med Monitor sono state fornite le testimonianze di un gruppo di detenuti, rilasciati di recente, che hanno trascorso differenti periodi di tempo nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani. Questi individui hanno confermato di essere stati sottoposti a violente percosse, aggressioni di cani, perquisizioni corporali, negazione del cibo e dell’accesso al bagno, oltre ad altre pratiche crudeli che equivalgono a torture.
Le testimonianze più preoccupanti ricevute dall’organizzazione per i diritti umani riguardano donne detenute che hanno subito molestie sessuali dirette. Le detenute, che hanno preferito rimanere anonime per motivi di sicurezza, hanno affermato che i soldati israeliani le hanno molestate toccando le loro parti intime e costringendole a togliersi il velo. Inoltre, l’associazione per i diritti umani ha confermato che i soldati hanno costretto le detenute e le loro famiglie a fornire informazioni su altre persone minacciando di aggredirle sessualmente e persino di violentarle.
Anche un uomo di 70 anni, che ha chiesto l’anonimato, ha raccontato alla squadra di Euro Med Monitor. “[I soldati israeliani] mi hanno portato via da casa mia, nel quartiere di Al-Amal a Khan Yunis”, ha dichiarato l’uomo, identificato solo con le iniziali M.N. “Ho detto loro che ero malato e che non potevo muovermi, ma a loro non importava. Mi hanno costretto a togliermi i vestiti. Mi hanno portato in una casa demolita; ho avuto l’impressione di essere stato usato come scudo umano”.
M.N. ha spiegato che in seguito i soldati israeliani hanno effettuato altri arresti e “ci hanno portato in una struttura di detenzione che non era altro che una gabbia di ferro per le torture più pesanti”. Ha trascorso 10 giorni confinato in prigione.
“Siamo stati sottoposti quotidianamente ad insulti e percosse”, ha detto M.N. aggiungendo “Siamo stati quattro giorni senza bere [niente]. Hanno versato acqua per terra davanti a noi come forma di tortura. Ci facevano sedere in ginocchio, ci davano poco cibo e ci permettevano di usare il bagno solo una volta”.
“Ci avevano chiesto di evacuare, quindi sono partito con la mia famiglia a ovest di Khan Yunis”, ha riferito un altro uomo, identificato solo come K.H.N. per motivi di sicurezza. “[I soldati israeliani] mi hanno arrestato al posto di blocco e mi hanno costretto a togliermi i vestiti. Sono stato duramente picchiato. Su di noi stendevano coperte inzuppate d’acqua. Non abbiamo bevuto acqua e abbiamo sofferto un freddo terribile”.
K.H.N. ha dichiarato che l’esercito israeliano “ci ha successivamente trasferiti in un altro luogo, dove siamo stati sottoposti ad un’altra forma di tortura. Ogni nuovo posto aveva un metodo di tortura diverso. Sono stato colpito alla testa da un agente, che ha continuato a colpirmi dopo che mi ero lamentato”. Il forte freddo gli impediva di addormentarsi, ha raccontato a Euro-Med Monitor.
“Mi hanno arrestato a Beit Lahia e mi hanno costretto a spogliarmi completamente”, ha detto all’organizzazione per i diritti umani un terzo uomo, identificato come M.W. “Mi hanno detenuto in un’area aperta e mi hanno picchiato duramente; ho sentito le loro mani raschiare il mio corpo. Dopo avermi picchiato violentemente con tappeti e calci di fucile, mi hanno appeso per le gambe. Ero esposto a gravi pestaggi per 4-6 ore [al giorno]”.
Ha aggiunto: “Hanno minacciato di violentare la mia famiglia e mi hanno chiesto informazioni che non sapevo. Ci hanno costretto a insultare alcune fazioni e personalità, a sostenere Israele e a dire che il cane che ci stava attaccando era la ‘corona sulla nostra testa’”.
“Mi hanno arrestato al posto di blocco di Salah al-Din Road”, ha rivelato una donna identificata come G., “Mi hanno chiesto di dirigermi verso un terreno sabbioso, dove mi hanno bendata, perquisita con le mani e interrogata su Hamas e sui tunnel”.
“Poi mi hanno spostata in una zona aperta, quindi [trasferita] in un centro di detenzione, dove sono stata costretta a togliermi i vestiti”, ha continuato G. “Mi hanno fornito soltanto vestiti per la casa e niente biancheria intima”. Mentre era detenuta, G. è stata interrogata più volte, ha riferito all’organizzazione per i diritti. “Ogni volta venivo spogliata nuda, con le donne soldato che mi mettevano le mani addosso, mentre i soldati maschi di tanto in tanto facevano commenti volgari, insulti pesanti che non posso [ripetere] e minacce di stupro”.
Secondo Euro-Med Monitor, un recente rapporto dei media israeliani sul centro di detenzione che ospita palestinesi della Striscia di Gaza, mostra che Israele pratica sistematicamente la tortura, in violazione degli accordi sui diritti umani che sono stati esplicitamente ideati e implementati proprio per prevenire la tortura. Il rapporto mostra che i detenuti vengono incatenati e costretti a sedersi a terra in gabbie di ferro come animali, compatibilmente con la dichiarazione del ministro della difesa israeliano Yoav Gallant dell’ottobre 2023 secondo cui i palestinesi a Gaza sono “animali umani”.
Euro-Med Monitor ha sottolineato che le forze israeliane stanno facendo scomparire con la forza i detenuti palestinesi e li sottopongono a brutale violenza e persino a gravi torture dal primo momento del loro arresto fino a quando vengono rilasciati. L’organizzazione ha osservato che le autorità israeliane hanno rifiutato le richieste di numerose organizzazioni per i diritti umani, comprese quelle israeliane, di ricevere informazioni sui detenuti di Gaza. I detenuti della Striscia di Gaza sono trattenuti in strutture di detenzione recentemente istituite dall’esercito israeliano sparse nel Negev e a Gerusalemme, dove subiscono gravi abusi, torture e soffrono la fame.
Secondo Euro-Med Monitor, l’esercito israeliano umilia sistematicamente i detenuti, trattenendoli per lunghi periodi di tempo senza fornire alcuna ragione valida e spesso costringendoli a inneggiare a favore di Israele, denigrando le fazioni e le personalità palestinesi. Alcuni detenuti di Gaza sono stati ricattati da membri dell’esercito israeliano e dello Shin Bet, scambiando con questi ultimi alcune informazioni per alleviare le loro torture, ottenere determinati privilegi o per essere rilasciati.
L’organizzazione per i diritti umani ha sottolineato la preoccupante mancanza di un conteggio accurato dei detenuti di Gaza. L’esercito israeliano ha recentemente affermato che a Gaza ci sono 2.300 detenuti; tuttavia, le stime basate sulle testimonianze delle persone rilasciate suggeriscono che il numero effettivo dei detenuti sia molto più elevato. Un detenuto ha raccontato che gli ufficiali israeliani li hanno informati personalmente sul fatto che a Gaza ci sono migliaia di detenuti.
Il campo militare israeliano di Sde Teman, situato tra Beersheba e Gaza, è stato trasformato in una prigione simile a Guantánamo, ha dichiarato Euro-Med Monitor. I detenuti vengono tenuti in condizioni estreme, in strutture all’aperto simili a gabbie per polli, senza accesso a cibo o acqua per lunghi periodi di tempo. L’organizzazione ha sottolineato le testimonianze ricevute riguardanti la morte di due detenuti nel campo di Sde Teman, uno dei quali aveva un piede amputato; Israele non ha annunciato ufficialmente la loro morte.
Euro-Med Human Rights Monitor ha invitato Israele a rivelare immediatamente i nomi, il luogo in cui si trovano e il destino di tutti i detenuti fatti sparire con la forza, e a fermare prontamente la sua politica di torture e abusi nei confronti dei detenuti palestinesi. Euro-Med Monitor ha sottolineato che gli spietati assalti di Israele contro i detenuti palestinesi, che violano la loro dignità e causano loro volutamente grande dolore e sofferenza, equivalgono a crimini contro l’umanità e/o tortura, che rientrano nell’ambito dei crimini di guerra e crimini contro l’umanità come definito dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
Euro-Med Monitor ha affermato che queste violazioni sono legate al genocidio in corso da parte di Israele nella Striscia di Gaza, iniziato il 7 ottobre 2023. Nello specifico, l’uccisione di detenuti palestinesi all’interno dei centri di detenzione è considerato un crimine di omicidio premeditato ed esecuzione extragiudiziale. Questo tipo di omicidio è proibito dal diritto internazionale, in particolare dal diritto internazionale sui diritti umani, dal diritto internazionale umanitario e dal diritto penale internazionale, che considera l’uccisione intenzionale di civili un crimine di guerra, secondo lo Statuto di Roma.
Il diritto internazionale proibisce anche l’arresto arbitrario e la detenzione illegale e li considera crimini di guerra, ha affermato inoltre l’organizzazione per i diritti umani. Il diritto internazionale vieta di detenere e arrestare qualcuno e di privarlo della libertà non fornendo alcuna informazione sulla sua posizione o sul suo destino, nel tentativo di negargli protezione legale per un lungo periodo di tempo. Secondo lo Statuto di Roma la sparizione forzata è considerata un crimine contro l’umanità.
Il gruppo per i diritti con sede a Ginevra ha invitato il Comitato Internazionale della Croce Rossa ad assumersi le proprie responsabilità e a verificare le condizioni di detenzione dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Euro-Med Monitor ha inoltre invitato il relatore speciale sulla tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti e il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria ad avviare un’indagine urgente e imparziale sulla grave situazione. Questa indagine è necessaria, si afferma, per investigare sull’eliminazione dei civili palestinesi da parte dell’esercito israeliano dopo il loro arresto in diverse aree della Striscia di Gaza, per trovare i responsabili e per fornire giustizia a tutti i sopravvissuti e alle famiglie delle vittime.
Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi