Oltre 135 mila palestinesi imprigionati dal 2000 ad oggi

Oltre 135 mila palestinesi imprigionati dal 2000 ad oggi

Gerusalemme/al-Quds. La Commissione per gli Affari dei Detenuti e degli ex-detenuti ha monitorato più di 135 mila arresti di palestinesi da parte delle autorità israeliane dallo scoppio dell’Intifada di al-Aqsa, nel 2000.

La commissione ha affermato che questi arresti hanno colpito tutti i settori della società palestinese, compresi bambini, donne e anziani.

In un rapporto pubblicato in occasione del 23° anniversario dell’inizio dell’Intifada di al-Aqsa, la commissione ha affermato che tra questi casi sono stati registrati quasi 21 mila episodi di arresti di minorenni, oltre alla metà dei membri del Consiglio legislativo, di alcuni ministri, di centinaia di accademici, giornalisti e operatori di organizzazioni della società civile e di istituzioni internazionali.

Il rapporto afferma che sono state arrestate più di 2.600 ragazze e donne palestinesi, tra cui quattro che hanno partorito in carcere in condizioni dure e difficili.

La Commissione ha registrato un notevole aumento degli ordini di detenzione amministrativa: le autorità d’occupazione israeliane hanno emesso più di 32 mila ordini di detenzione amministrativa dallo scoppio dell’Intifada, compresi quelli nuovi ed i rinnovi.

Inoltre, stanno ancora detenendo circa 5.200 prigionieri palestinesi nelle loro carceri, tra cui 38 donne, circa 170 bambini, oltre 1.250 detenuti amministrativi e 700 malati che soffrono di vari problemi di salute, tra cui 24 casi di cancro.

La politica di detenzione amministrativa di Israele, ampiamente condannata, consente la detenzione dei palestinesi senza accuse o processo per intervalli rinnovabili che di solito vanno dai tre ai sei mesi, sulla base di prove non rivelate che persino l’avvocato del detenuto non può visionare.

Nel corso degli anni, Israele ha posto migliaia di palestinesi in detenzione amministrativa per periodi prolungati, senza processarli, senza informarli delle accuse a loro carico e senza permettere loro o ai loro legali di esaminare le prove.

I detenuti palestinesi hanno continuamente fatto ricorso a scioperi della fame a tempo indeterminato per protestare contro la loro detenzione amministrativa illegale e per chiedere la fine di questa politica che viola il diritto internazionale.

L’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ha descritto tale politica nei seguenti termini: “La detenzione amministrativa è l’incarcerazione senza processo o capi di imputazione, con l’accusa di voler commettere un reato futuro. Non ha limiti di tempo e le prove su cui si basa non vengono rese note. Israele impiega questa misura in modo esteso e regolare e l’ha usata per trattenere migliaia di palestinesi per lunghi periodi di tempo. Sebbene gli ordini di detenzione siano formalmente rivisti, si tratta solo di una parvenza di controllo giudiziario, poiché i detenuti non possono ragionevolmente difendersi da accuse non rivelate. Ciononostante, i tribunali confermano la stragrande maggioranza degli ordini”.

(Fonte: WAFA).

Traduzione per InfoPal di F.L.