Portman: la nuova legge israeliana sullo Stato-Nazione è “razzista” e un “errore”

IMEMC. In un’intervista rilasciata al quotidiano arabo Al-Quds Al-Arabi, con sede a Londra, l’attrice israelo-americana Natalie Portman ha affermato che la nuova legge sullo Stato-Nazione di Israele è “razzista” ed un “errore” e ha aggiunto che se ne dissocia.

La controversa legge israeliana sullo Stato-Nazione, che il Knesset ha votato a luglio, stabilisce che “Israele è la nazione-stato del popolo ebraico”, il quale avrebbe così un diritto esclusivo all’auto-determinazione nel Paese. Inoltre, definisce l’ebraico come unica lingua ufficiale e relega l’arabo a una lingua a statuto speciale, aggiungendo che lo status della lingua araba non sarebbe finalmente messo in atto.

Le critiche alla legge dello stato-nazione, che, come Legge Fondamentale ha valore costituzionale, vertono soprattutto sul fatto che questa legge non includerebbe una clausola che sancisca che tutti i cittadini israeliani sono uguali di fronte alla legge, mentre la Dichiarazione di Indipendenza del 1948 comprendeva “completa uguaglianza nei diritti sociali e politici” per “tutti i suoi abitanti”, senza distinzione di religione, razza o sesso.

Nella continuità di decenni di violazioni contro i Palestinesi, il massacro dei manifestanti pacifici a Gaza la primavera scorsa, ha danneggiato talmente la sua reputazione che anche i personaggi israelo-americani più conosciuti, tra cui Natalie Portman, ora rifiutano di coprire pubblicamente i crimini israeliani e della politica di apartheid.

Ad aprile, Portman rifiutò un premio israeliano e l’attivista di destra Rabbi Shmuley Boteach, il cui World Values Network e il suo attivismo da conservatore sono finanziati dal magnate e finanziatore politico Sheldon Adelson, scrisse un intero articolo sul New York Times per attaccare l’attrice.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi