Pretoria si impegna a perseguire i cittadini sudafricani arruolati nell’esercito israeliano contro Gaza

Pretoria. Mercoledì il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor ha affermato che “qualsiasi indizio del fatto che i cittadini del nostro paese possano partecipare ai combattimenti con l’esercito di occupazione israeliano li renderà vulnerabili ai procedimenti giudiziari”.

Pandor ha aggiunto, in una dichiarazione citata dalla Pan African News Agency, che “secondo la legge del Sud Africa, ai nostri cittadini è vietato partecipare al combattimento in azioni mercenarie, soprattutto nelle guerre contro i civili”.

Ha spiegato: “Coloro che hanno intrapreso questa strada dovrebbero sapere che nei loro confronti verranno adottate misure legali e che verranno perseguiti”.

La Repubblica del Sud Africa ha intentato una causa presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) contro Israele, per il “crimine di genocidio contro il popolo palestinese”.

La ICJ ha poi dichiarato di “non poter accogliere la richiesta di Israele di respingere la causa intentata dal Sud Africa”. La Corte ha invitato lo Stato occupante ad adottare “tutte le misure previste per prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza”: “Israele deve adottare tutte le misure per prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza, adottare misure immediate per prevenire la distruzione nella Striscia di Gaza e presentare un rapporto alla corte riguardante tutte le misure temporanee imposte”.

Dal 7 ottobre scorso, l’esercito di occupazione israeliano ha continuato la sua guerra di aggressione contro la Striscia di Gaza, con il sostegno USA ed europeo, bombardando con i suoi aerei le vicinanze di ospedali, edifici, torri e case civili palestinesi, distruggendoli sopra i loro residenti e impedendo l’ingresso di acqua, cibo, medicine e carburante.

Secondo le autorità della Striscia e gli organismi internazionali, la continua aggressione dell’occupazione contro Gaza ha portato alla morte di 27.708 persone e al ferimento di altre 67.147 persone, oltre allo sfollamento di oltre l’85% (circa 1,9 milioni di persone) della popolazione della Striscia.

(Fonti: Quds News, Quds Press).