InfoPal. I prigionieri amministrativi palestinesi nelle carceri israeliane sono in sciopero della fame già da cinque settimane.
Attivisti e movimenti di solidarietà con il popolo palestinese e i sui detenuti hanno organizzato manifestazioni e presidi in Palestina e all’estero, per fare pressioni su Israele, affinché ponga fine alla politica delle detenzioni amministrative, una pratica contraria alla legalità e al diritto internazionali.
Circa 125 prigionieri sono attualmente in sciopero della fame. Molti di essi sono detenuti amministrativi, senza imputazioni e processo. La maggior parte ha iniziato lo sciopero lo scorso 24 aprile, chiedendo che Israele cambi tale politica di arresti e carcerazioni amministrative.
“Chiediamo che il Servizio carcerario israeliano si attenga ai trattati e alle dichiarazioni internazionali di cui è firmatario”, hanno dichiarato sabato 24 maggio, in un comunicato stampa,l’International Women’s Peace Service, l’International Solidarity Movement, e il Christian Peacemaker Teams. Queste organizzazioni hanno anche chiesto che le autorità carcerarie “rispettino i diritti umani di tutti i Palestinesi in custodia in Israele, e che pongano immediatamente fine alla pratica illegale della detenzione amministrativa”.
Nella dichiarazione spiegano che “le guardie carcerarie hanno incrementato gli assalti contro i prigionieri in sciopero della fame, confiscando i loro oggetti, il vestiario, e, in alcuni casi, aggredendolo fisicamente”.
Le autorità carcerarie hanno anche, a volte, “negato agli scioperanti il sale, l’unica forma di mantenersi in vita, oltre all’acqua, che i detenuti stavano assumendo”.