Punizione collettiva e diritto all’auto-difesa – Contesto Gaza

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The Palestine Telegraph. Due settimane fa, in occasione della 26ma seduta del Consiglio dei Diritti Umani delle
Nazioni Unite, gli Stati e le ONG hanno discusso sulla situazione dei diritti umani in Palestina, condannando l’aggressione israeliana che si è verificata nei territori occupati in seguito alla scomparsa di tre adolescenti ebrei israeliani in Cisgiordania. Gli Stati presenti a questo incontro, insieme a diverse ONG che hanno parlato della situazione attuale nei territori occupati, hanno esortato il Presidente e i membri del Consiglio ad adottare azioni immediate per assicurare che Israele rispetti i propri obblighi in quanto membro del Consiglio e a porre fine alla punizione collettiva della popolazione palestinese.

Quindici giorni dopo, Gaza è stata bombardata da missili provenienti da Israele in quanto parte della ‘Operation Protetion Edge’, l’occupazione militare lanciata da Israele cinque giorni fa con lo scopo di sconfiggere Hamas e altri combattenti palestinesi. In realtà però, gli attacchi hanno preso di mira la popolazione civile della Striscia di Gaza.

Negli ultimi giorni questi attacchi sono aumentati e si sono intensificati non mostrando segni di rallentamento.

L’esercito israeliano ha dichiarato che si sta preparando a un attacco via terra.
Dal momento della scomparsa dei ragazzi israeliani e la scoperta dei loro corpi in Cisgiordania, i politici israeliani hanno manipolato la crisi per ottenere i propri vantaggi politici. Israele ha intrapreso immediatamente una campagna per punire collettivamente la popolazione palestinese attraverso arresti di massa e raid militari.

L’esercito israeliano ha forzato centinaia di abitazioni, terrorizzando coloro che vi abitavano e arrestando circa 500 palestinesi provenienti da tutta la Cisgiordania, 77 dei quali sono stati posti in detenzione amministrativa senza accusa né processo. Altri 51 che sono stati rilasciati con un accordo di scambio di prigionieri nel 2011, furono riarrestati e trasferiti in centri di detenzione in Israele.

Tali arresti e detenzioni sono una palese violazione dell’articolo 33 della Convenzione di Ginevra, la quale inserisce la punizione collettiva nei crimini di guerra internazionale; ma ciò è solo l’inizio della punizione collettiva israeliana della popolazione palestinese. L’esercito si è poi rivolto a Gaza, la cui popolazione già soffre immensamente a causa del blocco della Striscia di Gaza, una forma di punizione collettiva in sé e gli attacchi attuali hanno aggravato la sua terribile situazione. Hamas sta rispondendo ai missili israeliani nel suo territorio con il lancio di razzi su Israele.

Il numero di morti civili ha ormai superato i 100 con centinaia di altri feriti tra cui molti bambini coinvolti nel conflitto.

Questa settimana il primo ministro britannico David Cameron ha detto che Israele ha il diritto di difendersi.

Gaza ha il diritto di difendersi dai missili F16 lanciati da Israele contro i civili e le infrastrutture civili, compresi gli edifici residenziali, club sportivi e parchi di Gaza.

Secondo un recente reportage umanitario fornito dall’UNOCHA, la distruzione di case è la principale causa di vittime civili. I palestinesi hanno assunto naturalmente il loro diritto all’auto-difesa, ma Israele con la sua forza militare schiacciante e la sua difesa civile incomparabile ha il sopravvento e continua a infliggere sempre più vittime ogni giorno.
Sembra che ci sia un’ingenuità da parte della comunità internazionale, che fa pensare loro che i palestinesi non resisteranno, nonostante le loro case siano state distrutte e i familiari feriti e uccisi.

All’inizio di questa settimana, durante una riunione quotidiana del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il portavoce Jen Psaki è stato in grado di rispondere a una domanda di un giornalista che ha chiesto se i palestinesi di Gaza hanno il diritto di difendersi contro l’aggressione israeliana. Psaki fa riferimento agli attacchi di Hamas, sostenendo che Israele ha il diritto di difendersi da questi ultimi.
Il giornalista ha risposto che c’è una popolazione civile a Gaza, che è stata ignorata convenientemente dai membri della comunità internazionale che insistono sul fatto che Israele ha il diritto di difendersi e proteggere la popolazione dai terroristi. I due pesi e le due misure e l’ipocrisia messi in atto nella regione da parte della comunità internazionale non rappresentano una novità e non importa quanta morte e distruzione si sia creata a Gaza; quei paesi che sostengono Israele non avranno mai rispetto per i diritti della popolazione di Gaza di difendere e proteggere loro stessi dall’aggressione israeliana.
Essi fingono preoccupazione verso la popolazione civile scegliendo di chiudere un occhio sulle ripetute violazioni israeliane dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, come hanno fatto nel 2008 e nel 2012.

Questa mattina i missili israeliani hanno colpito un club sportivo nel campo profughi di Al-Maghazi e un parco giochi di calcio nel campo profughi di Nuseirat entrambi situati nel centro di Gaza. Un parco e due case sono state colpite. Mirare ai civili costituisce un crimine di guerra. In aggiunta, come Israele colpisce la Striscia di Gaza, il supporto per Hamas cresce sempre più e gli abitanti di Gaza non hanno nessuno che li difende nell’organizzazione per la lotta contro l’aggressione israeliana, così aumenta il numero di morti.

Traduzione di Federica Di Girolamo