Ramallah. La Commissione per gli Affari dei Prigionieri ed ex-prigionieri ha rivelato in un rapporto pubblicato mercoledì che le forze di occupazione israeliane (IOF) continuano a usare varie forme di tortura fisica contro i prigionieri palestinesi durante l’arresto dalle loro case, gli interrogatori e durante la permanenza nei centri di detenzione israeliani.
La Commissione ha testimoniato in diretta, attraverso l’avvocato Heba Agbaria, l’arresto di due giovani palestinesi che sono stati sottoposti a violazioni da parte dei soldati israeliani durante il loro arresto.
Si tratta dei prigionieri Osama Marmash (16 anni), di Nablus, e Ahmed Salaymeh (14 anni), della cittadina di Silwan, a Gerusalemme.
Marmash è stato aggredito dai soldati israeliani ed è stato arrestato al checkpoint di Huwwara. Mentre si dirigeva verso un negozio situato nelle vicinanze, per comprare alcuni articoli, improvvisamente una jeep militare si è fermata vicino a lui, ed alcuni soldati sono scesi, lo hanno aggredito e rapito, trascinandolo sul veicolo militare, ammanettato e bendato, per poi portarlo in un campo militare vicino.
La Commissione ha affermato: “Lo hanno posto all’interno di un container, tutto di ferro e senza tetto, e accanto a lui c’erano alcuni soldati che lo deridevano in continuazione, lo molestavano e lo costringevano a dormire sulla schiena sotto il sole cocente. Il prigioniero ha chiesto loro un po’ d’acqua da bere, e dopo una lunga attesa gli hanno portato dell’acqua bollente”. È rimasto all’interno del “container” per circa 48 ore, sdraiato a terra, dopodiché è stato trasferito al “Centro di detenzione di Megiddo”, la sezione Cubs.
Salaymeh è stato arrestato dai soldati israeliani nel pomeriggio. Lo hanno aggredito e picchiato, poi gli hanno legato le mani dietro la schiena e bendato. Lo hanno tenuto in piedi con la faccia contro il muro per due ore e poi lo hanno portato nella stanza degli interrogatori. È stato interrogato per 3 ore, e durante l’interrogatorio l’investigatore gli urlava contro mentre gli pestava il piede con tutta la sua forza. Il prigioniero urlava di dolore, ma l’investigatore non ha cambiato tattica, continuando a calpestargli il piede con la scarpa e la suola di ferro. Dopo due giorni di interrogatorio, il prigioniero è stato portato in tribunale. È rimasto in detenzione domiciliare per circa due mesi e mezzo, dopodiché è stato trasferito al carcere vero e proprio nel centro di detenzione Damon, sezione Cubs.
Il numero di minorenni detenuti è di 190, distribuiti tra le prigioni di Ofer, Megiddo e Damon.
(Fonte: Alquds.com).
Traduzione per InfoPal di F.L.