Relazione sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza nel 2017: realtà, risultati e bisogni

Relazione sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza nel 2017: realtà, risultati e bisogni. Riassunto della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.
Giunge al suo dodicesimo anno il blocco di terra, aria e mare nella Striscia di Gaza. Colpisce 2 milioni di palestinesi che vivono in 5 principali governatorati con la più alta densità di popolazione: 5.724,5 abitanti per km², di cui il 71% sono rifugiati che vivono in 8 campi profughi.
La già grave crisi umanitaria è stata esacerbata dalle frequenti incursioni militari israeliane, tra cui 3 operazioni belliche particolarmente distruttive che hanno ucciso 4.361 uomini, donne e bambini, ferito 21.426, distrutto o danneggiato 292.502 case che rappresentano circa il 77,36% del numero totale di unità abitative.
I progressi nel processo di ricostruzione sono stati lenti. Sono stati ricostruiti, interamente o parzialmente, meno del 78% degli edifici distrutti dalla guerra del 2014. Alla fine del 2017 vi erano ancora 4.950 case demolite e 33mila senzatetto. Questa miseria umana si è riflessa in tutti gli aspetti della vita ed è ha gravemente danneggiato la quotidianità.
Ha lasciato dietro di sé diverse tragedie, i campi più importanti che possiamo menzionare sono i seguenti:
– Istruzione: 426 scuole operano due o tre turni al giorno; il numero medio di studenti per classe è di 37,5 .
352.540 studenti sono in estrema povertà. Nonostante ciò, il tasso di analfabetismo nella Striscia di Gaza è il più basso del mondo arabo: il 2,8%.
– Salute: il numero di referenti medici all’estero è pari a 19.032. 45% dei medicinali inclusi nell’elenco dei farmaci essenziali non è disponibile, il 26% degli articoli medici monouso non è disponibile, il 58% del materiale di laboratorio, neanche. 350 pezzi di attrezzature mediche vitali richiedono riparazioni urgenti; vi sono 17.530 pazienti oncologici; 121.070 pazienti richiedono un trattamento per le malattie; quelli con malattie infettive sono 42.025 e vi sono 4000 operazioni chirurgiche in ritardo.
– Famiglia: Gaza ha 15.223 orfani, 391.213 adulti single, 50.146 persone sono disabili, 22.680 vedove e 3.255 divorzi l’anno scorso.
– Povertà: il 65% (1.358.134 persone) vive al di sotto della soglia di povertà; il 30% (626.831 persone) è classificato in estrema povertà, l’80% delle famiglie dipende dagli aiuti internazionali, al 72% manca il cibo o ha o grave insicurezza alimentare, il consumo pro-capite rispetto al reddito è del 137%.
– Case: 4.950 unità sono ancora inabitabili, 51.300 unità sono parzialmente distrutte, 33.000 persone sono ancora sfollate, le condizioni di povertà di 5100 unità abitative sono state la causa del decesso di tre bambini, morti a causa del freddo lo scorso anno.
– Cultura e religione: 37 moschee sono ancora distrutte, 55 hanno bisogno di riparazioni urgenti a seguito di attacchi militari.
– Occupazione: il 46,6% degli abitanti è disoccupato; il 60,7% tra i giovani. I dipendenti del governo di Gaza ricevono solo il 45% dei loro stipendi e i dipendenti del governo di Ramallah il 70%.
– Valichi di frontiera: l’assedio impone un divieto totale di traffico aereo e marittimo di qualsiasi tipo; tre valichi di frontiera sono completamente chiusi; tre sono parzialmente aperti per necessità.
– Produzione: il PIL ha subito un calo del 50% da quando è stato imposto il blocco, con il rapporto tra esportazioni e importazioni che si attestava appena all’1,4%. Il deficit medio necessario è pari al 39,34%.
– Agricoltura: il deficit del raccolto è del 27%, per carne e pesce si attesta al 42%. La pesca è limitata dalla Marina israeliana da 3 a 6 miglia nautiche in acque territoriali gazawi.
– Acqua: il 95% dell’acqua nella Striscia di Gaza non è potabile, il deficit idrico nelle falde acquifere sotterranee ha raggiunto il 72%.
– Potenza: i tagli di elettricità si verificano ogni giorno per 22-18 ore; c’è un deficit di energia del 63%.
Dal 2010, 37 persone sono morte, tra cui 28 bambini, a causa dell’uso di candele e illuminazione non sicure.
– Rifiuti ambientali: il 50% delle acque reflue e dei liquami non viene trattato; 115 milioni di litri di acque reflue vengono pompate quotidianamente in mare.
Alla luce del continuo aggravarsi della situazione umanitaria, la Striscia di Gaza è inabitabile, secondo le stime delle Nazioni Unite. L’organizzazione inviterà pertanto tutti gli attori a farsi carico delle proprie responsabilità per porre fine alla crisi e chiedere a tutte le istituzioni umanitarie di convocare una conferenza internazionale per esaminare le possibili soluzioni che portino a sollevare l’assedio o a mitigare la crisi. e a soddisfare i bisogni umanitari urgenti al fine di consentire al popolo palestinese di vivere in modo dignitoso.
Gaza merita la vita.