Saltate le linee elettriche di Gaza, si aggrava la crisi energetica

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Gaza-Ma’an. Martedì due linee elettriche che forniscono energia elettrica alla Striscia di Gaza durante la notte sono state disconnesse alimentando ulteriormente la crisi energetica in corso nel enclave costiera assediata.

L’Autorità per l’energia di Gaza, ha detto che è saltata a causa di un problema tecnico la linea di alimentazione della rete elettrica israeliana che da  Jabalia  alimenta il nord di Gaza. L’autorità ha comunicato  che è saltata anche un’altra linea elettrica che alimenta il centro della Striscia di Gaza, la linea 7.

Le due linee, insieme, forniscono circa 24 MW.

Per quattro giorni è mancata anche la linea di alimentazione principale che fornisce energia elettrica dall’ Egitto, per  ulteriori 28 MegaWatt.
Mercoledì, fonti interne dell’autorità per l’energia di Gaza hanno comunicato che la fornitura totale di energia copre attualmente solo il 30 per cento del fabbisogno minimo della popolazione. Anche a pieno regime, le reti elettriche egiziane e israeliane, con l’unica centrale attiva a Gaza, non riescono a coprire il fabbisogno energetico del territorio.
La fornitura complessiva è solo 230 MW di energia elettrica, mentre gli esperti del Gaza Pal-Think hanno stimato le esigenze minime di Gaza  tra i 350 e 450 MW.

Da giorni la centrale elettrica di Gaza mantiene con difficoltà la fornitura sia a causa della penuria di carburante sia per la mancanza di fondi.

L’enclave costiera ha visto una serie di manifestazioni di protesta per la grande crisi energetica, con gli abitanti di Gaza che chiedono le dimissioni del governo del primo ministro dell’Autorità Palestinese Rami Hamdallah.
L’Autorità per l’energia di Gaza ha individuato, tra le cause, le tasse imposte dall’Autorità palestinese per il Petrolio.

L’impossibilità di far fronte a tali spese ha costretto la centrale elettrica ad oltre un mese di inattività, dall’inizio di quest’anno. Sono anni che non funziona a pieno regime: il blocco israeliano ha fortemente limitato le importazioni di combustibili nella Striscia. A ciò si aggiunge la guerra dell’estate scorsa: durante 50 giorni di offensiva israeliana contro Gaza, la centrale è stata messa fuori uso dai bombardamenti.

All’inizio di questo mese, le Nazioni Unite hanno avvertito che che la Striscia di Gaza potrebbe diventare inabitabile per i residenti entro soli cinque anni, indicando come cause la devastazione della guerra e quasi un decennio di blocco israeliano.

La Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), nella sua relazione annuale, ha scritto:
“Lo stato sociale, la situazione sanitaria e la sicurezza in un’area ad alta densità di popolazione e il sovraffollamento sono tra i fattori che possono rendere invivibile Gaza entro il 2020”.

Traduzione di Invictapalestina e InfoPal–Foto inserita nell’articolo da Invictapalestina