Un nuovo studio valuta l’impatto di un alleggerimento delle restrizioni israeliane sui beni provenienti da Gaza

palestinian-women-weaving-bedouinMemo. Secondo un nuovo rapporto, un alleggerimento israeliano delle restrizioni alle vendite in Cisgiordania porterebbe a un notevole incremento della produzione dei settori manifatturieri della Striscia di Gaza.

Lo studio, condotto dall’ONG israeliana Gisha, si basa su interviste e colloqui approfonditi con figure di spicco dei principali settori produttivi della Striscia di Gaza: agricolo, tessile, alimentare, dell’arredamento e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).

I capi d’impresa e del commercio stimano che “la revoca delle restrizioni alla circolazione delle merci e delle persone da Gaza verso Israele e la Cisgiordania” consentirebbe di vendere una percentuale della produzione compresa tra il 30% e il 90%.

Prima del blocco imposto da Israele, l’85% delle merci in uscita da Gaza era destinato ai mercati naturali israeliani e cisgiordani. Le decisioni di Israele “volte a istituzionalizzare la divisione tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania”, hanno causato un notevole danno economico.

“Le fabbriche hanno chiuso, i macchinari impiegati nei processi produttivi sono fermi e il personale è stato ridotto; l’attività economica, di pari passo con i rapporti commerciali e personali, ha subito una diminuzione.

Gisha sostiene che il divieto di ingresso di Israele nel proprio territorio e in Cisgiordania “ha praticamente azzerato la vita economica di Gaza”.

Nel novembre 2014, 10 tonnellate di cetrioli sono state spedite da Gaza a Hebron – “questa è stata la prima volta, in 7 anni e mezzo, in cui Israele ha permesso che della merce proveniente da Gaza venisse venduta sul mercato privato della Cisgiordania”. Tuttavia, questi “leggeri allentamenti” del blocco “non sono sufficienti per consentire una vera e propria ripresa”.

Nel suo studio, l’ONG sostiene, infatti, che “l’eliminazione delle restrizioni agli ingressi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania è fondamentale per la ripresa economica di Gaza e la stabilità della regione”.

Traduzione di Silvia Durisotti