Un piano israeliano per demolire, in due mesi, 60 case palestinesi a Gerusalemme.

Un'associazione di Gerusalemme ha messo in guardia dai piani degli occupanti sionisti per demolire, nei prossimi due mesi, decine di case palestinesi nella città di Gerusalemme occupata.
L'Associazione Gerosolimitana – che ha sede a Gerusalemme – ha affermato di aver ottenuto un documento trapelato dalla Municipalità di Gerusalemme il quale mostra il numero di case palestinesi che verranno demolite nei prossimi giorni, comprese le tre case che sono state demolite ieri l'altro, mercoledì 4 novembre, nel quartiere al-Thawri e a Beit Hanina.
Essa riferisce di aver ottenuto in qualche modo il documento, dal quale trapela che l'Amministrazione comunale degli occupanti “eseguirà una vasta campagna di demolizioni ed espulsioni della popolazione palestinese, in diversi quartieri di Gerusalemme.

Eccone il dettaglio: nei quartieri della città vecchia, 6 demolizioni; nel quartiere di al-Thawri, 3 demolizioni, tra cui quella della casa della famiglia al-Shweiki, già eseguita; a Beit Hanina, 6 demolizioni, compresa quella della casa della famiglia di al-Rajabi, già eseguita; a Jabal al-Mukabber, Umm Leysun e Sur Baher, 6 ordini di demolizione; a Wadi al-Jawz, 4 ordini di demolizione; a Silwan, 8 ordini di demolizione; ad al-‘Isawiyya, 4 ordini di demolizione; a Ras al-‘Amud, 4 ordini demolizione”.
L'Associazione, in un comunicato stampa, ha affermato che questo documento indica che entro la fine del 2009 l'Amministrazione comunale degli occupanti intende demolire più di sessanta case palestinesi a Gerusalemme, col pretesto – secondo la definizione del Sindaco di Gerusalemme – del ‘rispetto della legge’ a Gerusalemme est e del controllo dell’edilizia palestinese.
L’Associazione Gerosolimitana ha inoltre messo sul chi va là dalle conseguenze della realizzazione dei progetti dell'Amministrazione occupante che prevedono la demolizione di case palestinesi, espellendone gli abitanti fuori da Gerusalemme, ed ebraizzando e “trasformando in israeliano” ciò che è rimasto della città, “la quale sta subendo giorno e notte, sin dall'occupazione e successiva annessione nel 1967, le violazioni e le pratiche razziste degli occupanti israeliani”.

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