Abbas davanti al Consiglio nazionale: Israele deve impegnarsi a fermare il colonialismo

Ramallah – Infopal. Il presidente Mahmud ‘Abbas ha dichiarato che il lancio del processo politico andrebbe basato sul rispetto da parte d’Israele dei propri obblighi, così come sono dettati dalla prima fase della Road Map, che chiede in primo luogo lo stop al colonialismo in tutte le sue forme, e in secondo luogo l'impegno a risolvere le questioni del cosiddetto “status finale”, ovvero Gerusalemme, i profughi, le frontiere, l'acqua e la sicurezza tra le altre cose.

‘Abbas, nel suo discorso di ieri davanti all'Assemblea nazionale nella sede presidenziale di Ramallah, ha quindi precisato che l'espansione degli insediamenti mira a distruggere l'unità geografica della Cisgiordania e impedire uno stato palestinese dal territorio compatto, secondo i confini del 1967.

Ha poi sottolineato che “in ogni mossa politica futura partiremo dal nostro fermo impegno a portare avanti il programma nazionale palestinese e l'iniziativa di pace approvata dal Consiglio nazionale nel 1988, e a rispettare la dichiarazione d'indipendenza palestinese, che conferma la soluzione dei due stati”.

Il presidente ha invece ribadito il suo rifiuto categorico nei confronti di qualsiasi idea o progetto alternativi, come la naturalizzazione, o i territori sostitutivi, o ancora lo stato con confini temporanei, negando che si possano ammettere delle discussioni o dei compromessi al riguardo.

“Non faremo parte di nessuno schieramento – ha proseguito – , ed anzi abbiamo rapporti forti e fraterni con tutti i paesi arabi e siamo convinti che la soluzione politica del conflitto nella nostra regione debba includere tutti i territori occupati palestinesi, siriani e libanesi, al fine di conseguire la pace e la sicurezza per tutti i popoli e i paesi.” Ha poi annunciato entro i prossimi mesi una nuova seduta di tutto il Consiglio nazionale palestinese.

Passando a parlare del ruolo dell'Olp, ‘Abbas ha ricordato che, insieme a tutti i suoi organi, sarà sempre l’istituzione sulla quale ricadrà maggiormente l'onere del cammino nazionale, e si è quindi impegnato a promuoverla, a rafforzarne le file e a dare spazio ad ogni forza politica nazionale, perché tutte contribuiscano al suo operato: “Lavoreremo per sviluppare il ruolo del Comitato esecutivo dell'Olp e regolarizzare il suo funzionamento, rendendo così l’Organizzazione un riferimento superiore, soprattutto intorno alle questioni politiche e alle trattative.”

Per quanto riguarda il dialogo nazionale, invece, “non abbiamo creato alcuno strumento utile per l’evoluzione dei negoziati, anche se abbiamo fatto dei passi avanti verso il ripristino dell'unità, e le porte restano comunque aperte (…) alla riunificazione senza accordi bilaterali e senza violazioni nei confronti del programma nazionale e degli interessi fondamentali del nostro popolo”.

“Abu Mazen” ha infine confermato il suo dissenso nei confronti di Hamas, affermando con forza che chi ha sottratto la Striscia di Gaza attraverso quello che lui stesso ha definito un “colpo di Stato” non sarà comunque in grado di sottrarre il progetto nazionale, la democrazia e l'unità interna: “Ci adopereremo perché si svolgano le elezioni e si chiudano tutte le divergenze, proteggendo la legittimità delle nostre istituzioni”.

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