Conseguenze ambientali dell'embargo: il mare di Gaza è inquinato.

Gaza – Infopal. Sono sempre più insistenti gli avvisi e le raccomandazioni a non fare il bagno nel mare della Striscia di Gaza che provengono sia da ambienti ufficiali che della società civile, a causa dell'inquinamento delle sue acque giunto ad un livello mai visto prima e che potrebbe causare quasi certamente malattie della pelle a tutti coloro che dovessero bagnarvisi.

I prolungati black out quotidiani certo contribuiscono all'inquinamento delle acque del mare, poiché s'interrompe il lavoro dei sistemi di filtraggio delle acque utilizzate ad uso domestico e per le attività agricole, le quali defluiscono in mare da bacini situati tra la spiaggia e i terreni agricoli.

60.000 metri cubi d'acqua inquinata al giorno

Il presidente dell'Autorità ambientale nella Striscia di Gaza, Yusuf Ibrahim, ha incontrato il nostro corrispondente, al quale ha riferito che circa 60.000 m3 di acqua ad uso domestico e agricolo defluiscono quotidianamente verso il mare di Gaza, per poi contaminare anche quello dei Paesi vicini.

Yusuf Ibrahim ci ha spiegato che le zone maggiormente inquinate sono quelle centrali della Striscia, a causa del defluire di grosse quantità di acque reflue, di cui ci si sbarazza facendole confluire nell'alveo del wadi Gaza. Ciò – come detto – è il risultato delle continue interruzioni nell'erogazione della corrente elettrica, poiché in questo modo non possono lavorare adeguatamente i macchinari destinati al trattamento delle acque.

Deterioramento delle reti di trattamento delle acque

Egli ha poi aggiunto che circa il 70% delle acque reflue prodotte a Gaza finiscono direttamente nell'ambiente, nei campi agricoli, senza essere trattate, neppure parzialmente. E decine di migliaia di m3 d'acqua sporca finiscono direttamente in mare.

Yusuf Ibrahim ci ha spiegato che la rete idrica-fognaria a Gaza è in pessime condizioni, bastando – fino a poco tempo fa – solo a circa il 60% della popolazione. Infatti, dopo l'aggressione  israeliana dell'inverno 2008-2009, che ha colpito moltissime infrastrutture, la percentuale di popolazione servita dalla rete è scesa al 43%.

L'Autorità ambientale ha già rivolto un appello alle omologhe organizzazioni arabe, ma anche a quelle internazionali, affinché giungano aiuti per mettersi al riparo da questi fenomeni suscettibili di provocare una catastrofe ambientale e sanitaria.

Diffusione di malattie

Samir 'Afifi, a capo del Dipartimento Ambiente e Scienze della terra dell'Univ. islamica a Gaza, mette in guardia dalla balneazione nelle acque del mare di Gaza, poiché il loro inquinamento, negli ultimi due anni, è aumentato del 120%.

 'Afifi ha rivelato che le analisi condotte nei laboratori dell'università hanno mostrato la presenza di inquinanti microbiologici in grado di generare malattie cutanee, le quali non è detto che si evidenzino in maniera diretta, ma potrebbero manifestarsi a distanza di tempo.

Negli anni scorsi, durante l'estate, a Gaza si sono verificate malattie mortali come la meningite, che si manifesta in forma di eritemi e di febbri violente, specialmente tra i bambini e gli anziani, i quali sono i più esposti a questo tipo di malattia.

La strage del patrimonio ittico

La questione dell'inquinamento delle acque del mare di Gaza non si limita ai soli bagnanti, ma si estende ovviamente anche alla fauna ittica, minacciata di estinzione dalle coste della Striscia. Così, a parte alcuni pescetti di facile smercio, i pescatori di Gaza non trovano di che pescare nel tratto di mare limitato e inquinato che le forze d'occupazione israeliane concedono per le loro attività.

I pescatori si sono più volte lamentati per il livello d'inquinamento del mare in cui pescano, ricordando le perdite notevoli che li hanno colpiti a causa della morte di molti pesci, avvelenati dalle acque inquinate che finiscono in mare.

L'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), in un suo rapporto della metà del mese scorso, ha dichiarato che “circa 11 chilometri della costa della Striscia di Gaza sono da considerare inquinati, e 6,5 chilometri addirittura non adatti alla balneazione”.

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