Dolore e rabbia tra i palestinesi, in migliaia ai funerali di Jaradat

Ma’an-Hebron. Nel pomeriggio di lunedì 25 febbraio, migliaia di palestinesi hanno partecipato ai funerali di Arafat Jaradat, svolti nel villaggio di Sair, a est di Hebron, in mezzo ad imponenti misure di sicurezza israeliane.

Arafat Jaradat, 30 anni, di Sair, in provincia di Hebron, è morto sabato 23 febbraio nel carcere israeliano di Megiddo, a seguito delle torture subite.

Il corrispondente di Ma’an ha riferito che il feretro di Jaradat è partito dall’ospedale al-Ahli di Hebron, scortato da un corteo militare, mentre al suo arrivo a Sair, suo villaggio natale, gli uomini armati delle brigate al-Aqsa, hanno sparato dei colpi in aria per omaggiarlo.

Sentimenti di tristezza e rabbia sono prevalsi tra i partecipanti all’addio del prigioniero palestinese, cui feretro è giunto nella sua abitazione portato a spalla. Sua madre, moglie e alcuni dei suoi parenti sono svenuti mentre porgevano l’ultimo saluto al loro caro deceduto in carcere.

La preghiera funebre è stata eseguita di fronte alla casa di Jaradat, dalla quale è partito il funerale militare che ha scortato la salma fino al cimitero di al-Shuhada.

Molte figure nazionali, parlamentari e leader delle fazioni palestinesi erano presenti al funerale, mentre fonti giornalistiche hanno stimato il numero dei partecipanti in più di 10 mila persone.

Durante la funzione funebre, le forze di occupazione israeliane hanno chiuso la tangenziale 60, dall’insediamento di Kfar Etzion e fino all’ingresso est di Hebron.

Nel frattempo, il crocevia di Beit Einun e il campo profughi di al-‘Arrub, entrambi nelle vicinanze di Hebron, sono stati teatro di violenti scontri tra i giovani palestinesi e le forze israeliane, che hanno impiegato il gas lacrimogeno per disperdere le manifestazioni, provocando l’intossicazione di molti giovani.