Free Gaza, ‘Abbiamo saltato e danzato di gioia’.

ABBIAMO SALTATO E DANZATO DI GIOIA…
quando la nonviolenza osa la pace e rompe l’assedio di Gaza

“Abbiamo dimostrato che la storia viene fatta dalla gente comune, e che la
pace è possibile”

Vittorio Arrigoni, il pacifista italiano a bordo di una delle due
imbarcazioni (Free Gaza e Liberty) salpate venerdì scorso da Cipro verso Gaza,
ha commentato così i momenti di gioia vissuti dai 44  internazionali, quando
sabato pomeriggio hanno potuto finalmente attraccare  nel piccolo porto di
Gaza, accolti da una folla commossa e festosa e dal Comitato popolare contro l’
assedio che li aveva invitati insieme ad una decina di Ong palestinesi.

Queste due barche, ma soprattutto questi coraggiosi costruttori di pace, non
hanno solo ‘rotto l’assedio’ perpetrato da Israele ai danni della popolazione
di Gaza, ma anche hanno per lo meno intaccato il muro mediatico innalzato
contro le informazioni che ci giungono dalla Striscia. E l’arroganza del
potente oppressore che tiene milioni di esseri umani sotto embargo nella
prigione più grande del mondo, è stata sbeffeggiata dall’ancor più potente
forza di una azione nonviolenta solo apparentemente insignificante e ingenua. I
vertici dello Stato che vanta di possedere il secondo esercito più potente
della terra, è stato messo alla berlina da chi -stufo per l’immobilismo del
mondo di fronte ad una assurda punizione collettiva- ha dimostrato e ricordato
al mondo intero che Gaza, come la Cisgiordania, permane sotto il totale
controllo d’Israele.

Ma come… la Striscia non era stata liberata nel 2005?

I nostri amici, tra cui ricordiamo l’israeliano Jeff Halper, una suora di 81
anni, una sopravvissuta all’olocausto  di 84 e la cognata di Blair, hanno preso
sul serio le leggi  sul diritto alla navigazione in acque internazionali… e per
una volta, o per la prima volta dal ’67, la  legalità ha vinto sulle armi e
sulla legge del più forte. Olmert e la Livni hanno dovuto abbozzare: questa
volta  (questa volta!)  con l’uso della forza Israele avrebbe fatto brutta
figura di fronte al mondo.

“Siamo stanchi dell’inerzia della comunità internazionale, è ora che qualcuno
si muova per cercare di frenare questo lento genocidio di innocenti. Cercando
di rompere l’assedio, vogliamo restituire ai palestinesi una parte della loro
libertà negata. Israele non ha alcun diritto di ostacolarci, di impedire a
persone pacifiche di raggiungere Gaza navigando su acque internazionali e
palestinesi, soprattutto dal momento che Israele ha dichiarato che  a Gaza non
c’è più occupazione”, aveva commentato Vittorio Arrigoni, l’italiano che ci ha
tutti rappresentati con la sua caparbia volontà di pace.

E allora con le ‘peace boat” non sono solo arrivati medicine, protesi
acustiche e palloncini, ma la voglia di testimoniare ai palestinesi di Gaza che
il mondo lo sa cosa devono subire, che il velo dell’ipocrisia militare non
incanta tutti; agli israeliani, che il rispetto delle regole internazionali
vale per tutti e porta frutto, a dispetto delle reazioni scomposte  di ebrei
americani e israeliani che temono la pace forse perchè non la collegano con la
sicurezza per ogni abitante della Terra santa. A tutti, che con la nonviolenza
si può osare la pace.

Noi di Pax Christi appena rientrati con diversi gruppi di volontari dalla
Palestina, ci stringiamo a Vittorio e agli altri di Free Gaza, godendo
l’immensa gioia di vedere come la nonviolenza può vincere sul sopruso del
violento. L’augurio che facciamo loro, è che possano gettare le reti al largo
delle coste di Gaza insieme ai pescatori palestinesi, che riescano a  portare
con loro quegli ammalati che necessitano di cure impossibili da avere a Gaza,
come si sono prefissi di fare. E che si moltiplichino le barche della pace come
le loro. Ci chiediamo con amarezza quando i nostri media, che anche stavolta
hanno volutamente taciuto questa vittoria della giustizia e della pace,
annunceranno che anche il governo italiano riconosce e sostiene i progetti di
effettivo processo di pace… Perché l’azione di Free Gaza non è stata una
provocazione, ma semplicemente un atto di limpida, coraggiosa  e civile
riappropriazione del diritto alla solidarietà umana, in nome del rispetto della
giustizia.

Nandino Capovilla
Campagna Ponti e non Muri www.paxchristi.it
23 agosto 2008
nandyno@libero.it 

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