Gerusalemme, dispiegamento di forze di polizia israeliane per il Giorno della Nakba

Betlemme – Ma'an. Oggi, la polizia ha limitato il numero di fedeli musulmani a Gerusalemme, in accordo con le relative forze di dispiegamento in preparazione della Nakba.

La polizia aveva annunciato che sarebbe stati permesso l'ingresso nell'area della moschea di al-Aqsa solo agli uomini di oltre i 45 anni d'età e con carta d'identità israeliana, ma nessuna restrizione per le donne.

Yitzhak Aharonovitch, ministro israeliano della pubblica sicurezza, ha riferito all'emittente radiofonica locale che la polizia dovrebbe “ridurre il numero dei fedeli sul Monte del Tempio” – termine con il quale gli israeliani indicano l'area, all'interno delle mura della Città Vecchia, dove sorgono la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia.

La decisione di limitare l'accesso al terzo luogo sacro più importante dell'islam, dopo la Mecca e Medina, è stata presa per prevenire che i palestinesi organizzino marce e dimostrazioni nei giorni precedenti alla Nakba, che sarà commemorata domenica.

Alcuni attivisti, in un sito web chiamato “La Terza Intifada”, hanno anche annunciato una nuova rivolta, che dovrebbe portare migliaia di palestinesi a marciare verso i posti di blocco israeliani, e riportare i profughi verso le loro case dalle quali sono fuggiti, o sfrattati con la forza, quando è stato creato lo stato di Israele nel 1948.

Ci si attende anche che i profughi palestinesi organizzino raduni e dimostrazioni in Egitto, Libano, Giordania e Siria.

Micky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana, ha confermato l'attuazione di misure restrittive durante la preghiera del venerdì, ma al momento non è stato in grado di fornire ulteriori dettagli.

Martedì, Israele, in accordo con il calendario ebraico, ha celebrato il 63° anniversario della sua creazione.

I palestinesi della Cisgiordania, di Gaza, Israele e quelli all'estero, che ricordano questo giorno come il giorno della “Nakba” o della “catastrofe”, allestiranno, a partire da oggi, tre giorni di manifestazioni e proteste. 

Ma Aharonovitch ha affermato alla radio di credere che l'anniversario trascorrerà tranquillamente, e Ynet, sito web israeliano, ha riportato una sua dichiarazione in cui ordina alle forze di sicurezza “di essere moderate e di evitare l'uso della forza”.

Più di 760mila palestinesi – cifra stimata oggi pari a 4,8 milioni, contando le nuove generazioni – sono stati mandati in esilio o cacciati dalle loro case durante le operazioni che hanno portato alla creazione di Israele.

Dei circa 160mila palestinesi che rimasero in Israele dopo il 1948, attualmente ve ne sono 1,36 milioni, ovvero il 20 per cento della popolazione del Paese.

I successivi governi israeliani hanno impedito ai profughi palestinesi di ritornare nelle case dalle quali erano fuggiti o erano stati cacciati con la forza nel 1948, per paura che una massiccia rpesenza di palestinesi minacciasse la maggioranza ebraica in Israele, che ora conta circa 5,8 milioni di cittadini ebrei.

AFP ha contribuito a questo rapporto.

 

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