I palestinesi ricordano il massacro di Deir Yassin

I palestinesi ricordano, oggi, lunedì 9 aprile, il 59° anniversario del massacro commesso dalle bande sioniste contro i cittadini inermi nel villaggio di Deir Yassin, che si trova a quattro chilometri  a est di Gerusalemme.

Il  massacro iniziò alle 2 del mattino del 9/4/1948, sotto la guida di Menahim Begin, che diventò poi primo ministro di Israele nel 1977.

Nel massacro furono uccisi 250 palestinesi: uomini, donne, bambini e anziani. Parteciparono la banda Stern, condotta da Ishaq Shamir – che agli inizi degli anni ’80 succedette a Begin a capo del governo israeliano come primo ministro agli inizi degli anni ottanta -, e le bande guidate da David Ben Gurion.

Nel suo libro sul massacro, Begin afferma: "Questa operazione ha avuto risultati molto grandi e inaspettati. Dopo il massacro di Deir Yassin, gli arabi sono rimasti terrorizzati e sono scappati. Su 800 mila palestinesi arabi che vivevano sulla terra palestinese occupata nel 1948 rimasero solo 165 mila".

E ha proseguito: “Seminammo il terrore tra gli arabi e le forze vicine, e con un solo colpo, cambiammo la situazione strategica”.

Quelle bande formarono il nucleo dell’attuale esercito israeliano e costrinsero più di 750 mila palestinesi ad abbandonare la loro terra e i loro beni per paura di venire uccisi e del terrorismo”.

Dal massacro di Deir Yassin hanno proseguito tutte le violazioni contro il popolo palestinese, in forme diverse, nella totale impotenza della comunità internazionale a giudicare i criminali di guerra israeliani, a cui, anzi, hanno garantito appoggio e protezione a scapito della sofferenza dei palestinesi.

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