Mitchell: no alle pretese coloniali israeliane

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì, l’inviato Usa in Medio Oriente George Mitchell ha dichiarato che gli Stati Uniti concordano nel “considerare [il fatto di giustificare con] la crescita demografica naturale” la costruzione delle colonie sioniste nei Territori Occupati un gesto “molto avventato”.

“La nostro posizione è chiara – ha aggiunto – : nel 2003, Israele ha dato il suo consenso alla Roadmap. Questa esige lo stop degli insediamenti. Siamo dunque convinti che ci debba essere uno stop degli insediamenti.”

Rispondendo alle proteste israeliane, Mitchell ha quindi affermato che la definizione generalmente accettata di “crescita demografica naturale” si basa sul numero delle nascite, e che gli Stati Uniti hanno chiaramente chiesto l’arresto di tutte le espansioni coloniche, incuse quelle motivate dalla crescita naturale.

Ha inoltre ricordato che i partner degli USA sono “impegnati in discussioni serie e intense” con Israele al riguardo, così come sono in pieno svolgimento i colloqui coi partner palestinesi per il rispetto degli impegni presi da questi ultimi con la Road Map.

Mitchell ha quindi presentato il punto di vista americano sui negoziati conclusivi, assicurando che saranno “rapidi” senza rimanere “aperti”, e che “non proseguiranno su basi indefinite”.

Citando l’uso che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto dell’espressione “stato palestinese” nel discorso tenuto domenica, l’inviato USA ha poi mostrato come sia ormai chiaro che sia i palestinesi che gli israeliani si trovino sulla stessa barca e siano avviati nella stessa direzione, in vista di eventuali trattative finali. “L’unica soluzione percorribile – ha infatti dichiarato – è far incontrare le aspirazioni di entrambe le parti tramite i due stati. Noi siamo convinti che questo sia il modo migliore per garantire sicurezza a lungo termine a Israele. Siamo convinti che ciò rientri nell’interesse per la sicurezza che hanno sia gli Stati Uniti che l’intera regione.”

Mitchell ha poi fatto notare come gli USA stiano cedendo la questione della divisione tra Hamas e Fatah all’Egitto, e ha tuttavia sottolineato che il movimento di Hamas sarà il benvenuto al tavolo dei negoziati non appena sarà pronto ad accettare le condizioni del Quartetto, fermi restando gli accordi raggiunti nei colloqui precedenti.

“Riconosciamo le sfide che ci stanno davanti – ha aggiunto l’ufficiale USA – , e sappiamo di star chiedendo a tutte le parti coinvolte di compiere dei gesti difficili per loro. Siamo incoraggiati dai progressi che stiamo ottenendo con questi incontri, sebbene il duro lavoro rimanga. Ma abbiamo intenzione di portare i colloqui a una conclusione molto rapida.”

Per quanto riguarda infine il ruolo degli Stati Uniti nel processo di pace, Mitchell ha insistito sul fatto che, “in termini di volontà, di determinazione e di perseveranza, ce l’abbiamo in pugno, metteremo in campo le nostre forze e sfrutteremo ogni strumento a nostra disposizione per avanzare verso quest’obiettivo.”

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