Rapporto settimanale del Pchr ulle violazioni israeliane dei diritti umani nei TO

Rapporto settimanale del Pchr – Palestinian centre for human rights – sulle violazioni israeliane dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati (17-30 SETTEMBRE 2015).

Le forze israeliane continuano a compiere crimini sistematici nei Territori Palestinesi Occupati

(17-30 settembre 2015)

3 civili palestinesi, tra cui una ragazza e un giovane sordo, sono stati uccisi in Cisgiordania

Le forze israeliane hanno continuato a far uso di forza eccessiva contro manifestazioni pacifiche in Cisgiordania.

24 civili palestinesi, tra cui 11 bambini, sono stati feriti.

4 civili palestinesi, tra cui un bambino, sono stati feriti in differenti  scontri a fuoco.

 

Aerei da guerra israeliani hanno portato a termine  5 attacchi nel  nord della Striscia di Gaza.

Le forze israeliane hanno condotto 67 incursioni nelle comunità palestinesi della Cisgiordania e 3 nella Striscia di Gaza.

135 Palestinesi, tra cui 46 donne e bambini, sono stati arrestati.

109 di questi Palestinesi, tra cui 44 bambini e 4 donne, sono stati arrestati nella Gerusalemme est occupata.

Le forze israeliane hanno arrestato 9 civili palestinesi, tra cui 4 bambini, che tentavano di entrare in Israele dalla recinzione di confine.

 

Israele ha continuato ad imporre una chiusura totale sui Territori Palestinesi Occupati e ad isolare la Striscia di Gaza dal resto del mondo.

In Cisgiordania sono stati istituiti molti checkpoint.

7 civili palestinesi, tra cui 4 bambini, sono stati arrestati ai check-point in Cisgiordania.

 

La marina militare  israeliana ha sparato sui pescatori palestinesi nel mare della Striscia di Gaza.

La marina militare  israeliana ha affondato un peschereccio al largo di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.

Le forze israeliane hanno continuato i loro sforzi per creare una maggioranza demografica ebrea nella Gerusalemme Est occupata.

Una casa in costruzione è stata demolita a Silwan e un terreno agricolo è stato spianato  nel villaggio di al-Eisawiya.

Le forze israeliane e  i coloni hanno continuato ad attaccare la moschea di al-Aqsa e ad imporre restrizioni all’ingresso dei Palestinesi.

 

Le forze israeliane hanno continuato a sostenere le attività di insediamento in Cisgiordania e i coloni israeliani hanno continuato ad attaccare civili e proprietà palestinesi.

I coloni israeliani hanno stabilito un checkpoint, ad est di Nablus, e hanno aperto il fuoco contro un’auto civile palestinese, ma non sono state segnalate vittime.

Riassunto

Le violazioni israeliane al diritto internazionale e al diritto umanitario internazionale nei Territori Palestinesi Occupati sono proseguite nel periodo di riferimento (17-30 Settembre 2015).

 

Colpiti:

Le forze israeliane hanno intensificato l’uso della forza contro i civili palestinesi che partecipavano a proteste pacifiche in Cisgiordania. Nel periodo in esame, le forze israeliane hanno ucciso 3 civili palestinesi, tra cui una ragazza di 18 anni e un giovane sordo, e ne hanno feriti altri 28, tra cui 12 bambini. Le forze israeliane hanno continuato ad aprire il fuoco nelle zone di confine della Striscia di Gaza e ad inseguire i pescatori palestinesi in mare. Inoltre, hanno effettuato 2 attacchi aerei su siti di addestramento  paramilitare e su beni civili.

In Cisgiordania, il 22 settembre 2015, le forze israeliane di stanza al checkpoint militare all’ingresso occidentale di via al-Shuhada hanno fatto uso di forza letale e hanno ucciso Hadeel al-Hashlamoun (18 anni) da una distanza di 3 metri, con il pretesto che era in possesso di un coltello. E’ stata colpita Con 10 proiettili in tutto il corpo. È stata portata al Tsha’ari Tsediq Hospital di Gerusalemme ovest, ma è stata dichiarata morta in serata.

Il 22 settembre 2015, il 22enne Diya ‘al-Talahma, del villaggio di Kharsa, a sud di Doura, a sud ovest di Hebron, è stato ucciso dall’esplosione di un ordigno che aveva in mano vicino alla strada di sicurezza tra il bivio della Road 60 e l’insediamento “Nigohot”. Non è chiaro se l’ordigno sia esploso perché le forze israeliane hanno sparato o no. Tuttavia, le forze israeliane hanno impedito a un’ambulanza palestinese di avvicinarsi o di trasportarlo per più di 3 ore e 40 minuti.Lo hanno lasciato morire dissanguato.

Il 24 settembre 2015, fonti mediche del  Rafidiya Hospital di Nablus hanno dichiarato che Ahmed Khatatba (25 anni), del villaggio di Beit Foreik, ad est di Nablus, è morto per le ferite riportate . Secondo le indagini del PCHR, il 18 settembre 2015, le forze israeliane di stanza al checkpoint di Beit Foreik, ad est di Nablus, hanno aperto il fuoco contro un’ auto civile palestinese che attraversa il checkpoint. Il conducente, al-Khatatba,è stato colpito da due proiettili.

Il 20 settembre 2015, le forze israeliane hanno sparato a Mohammed al-Alaqma (21anni) vicino alla stazione di servizio di al-Zahra a Jenin. Lo hanno ferito alla gamba sinistra e poi lo hanno arrestato. Questo è successo durante un’incursione israeliana nella città di Jenin e nel campo profughi.

Il 25 settembre 2015, un civile palestinese è stato ferito quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro un gruppo di giovani palestinesi che protestvaa vicino al checkpoint di Beit Foreik, ad est di Nablus. Il 26 settembre 2015, un ragazzo palestinese è stato ferito durante una protesta simile vicino  alla strada che porta all’insediamento “Etamar”, a sud est di villaggio di Beit Foreik.

Nella Gerusalemme Est occupata, le forze israeliane hanno colpito alla testa Mohammed Ibrahim Essa (13 anni) quando sono entrati nel villaggio di al-Eisawiya, a nord-est della città. E’ stato ospedalizzato al-Maqased Hospital per le cure del caso; fonti mediche hanno dichiarato che ha subito fratture al cranio. Le sue condizioni sono state definite gravi.

Nello stesso contesto, le forze israeliane hanno continuato a fare uso eccessivo e sistematico della forza contro proteste pacifiche organizzate da civili palestinesi e attivisti internazionali e israeliani per i diritti umani, per protestare contro la costruzione de muro di annessione e le attività di insediamento in Cisgiordania e le politiche israeliane nei Territori Palestinesi Occupati. 17 civili, tra cui 10 bambini, sono stati feriti.

Durante altre proteste organizzate vicino al carcere di Ofer, a sud ovest di Ramallah, il 18 settembre 2015, 8 civili, tra cui 6 bambini, sono stati feriti.

Il 29 settembre, 7 civili, tra cui un bambino, sono stati feriti all’entrata nord della città di al-Bireh, durante una manifestazione pacifica a supporto della moschea di al-Aqsa,.

Riguardo  i pescatori palestinesi, il 19 settembre 2015, le navi da guerra israeliane al largo di al-Waha, a nord-ovest del villaggio di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, hanno sparato intorno ai pescherecci. Fatti simili sono avvenuti il ​​20 settembre 2015 entro le 3 miglia nautiche. Il 26 settembre 2015, la marina militare israeliana ha affondato una barca da pesca al largo di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Il 19 settembre 2015, aerei da guerra israeliani hanno lanciato un missile contro un sito per l’addestramento delle brigate Izziddin al-Qassam (braccio armato del movimento di Hamas), a est di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. 2 civili palestinesi hanno riportato lividi in tutto il corpo e una torre per le telecomunicazioni è stata distrutta.

Lo stesso giorno, un drone israeliano ha sparato un missile contro un serbatoio d’acqua  nella città di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, ma non si segnalano né vittime né danni alle cose.

Il 30 settembre 2015, aerei da guerra israeliani hanno effettuato 3 attacchi aerei sui centri di addestramento  di gruppi armati palestinesi, ma non sono state segnalate vittime.

Attacchi:

Nel periodo in esame, le forze israeliane hanno condotto almeno 67 incursioni militari nelle comunità palestinesi della Cisgiordania e 25 a Gerusalemme Est. Durante queste incursioni, le forze israeliane hanno arrestato almeno 135 palestinesi, tra cui 46 bambini e 5 donne. 109 di questi civili, tra cui 44 bambini e 4 donne, sono stati arrestati a Gerusalemme Est.

Il 21 settembre 2015, le forze israeliane hanno condotto 2 incursioni nella Striscia di Gaza. Hanno livellato le terre lungo la recinzione di confine,  ritirandosi in seguito.

Restrizioni alla circolazione:

Israele ha continuato ad imporre una stretta chiusura nei Territori Palestinesi Occupati, imponendo importanti  restrizioni alla circolazione dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est.

Il blocco illegale della Striscia di Gaza, che è diventato sempre più stretto dal giugno 2007, ha avuto un impatto disastroso sulla situazione umanitaria ed economica nella Striscia di Gaza. Le autorità israeliane impongono misure per indebolire la libertà di commercio, comprese le esigenze di base per la popolazione della Striscia di Gaza e dei prodotti agricoli e industriali da esportare. Per 9 anni consecutivi, Israele ha imposto il blocco di terra e di mare per isolare la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania, compresa Gerusalemme, dagli altri paesi del mondo. Ciò ha determinato gravi violazioni dei diritti economici, sociali e culturali e un peggioramento delle condizioni di vita per 1,8 milioni di persone. Le autorità israeliane hanno stabilito che Karm Abu Salem (KeremShaloum) sia l’unico valico per l’import export, al fine di esercitare un controllo sull’economia della Striscia di Gaza. Vogliono anche imporre un divieto totale delle esportazioni dalla Striscia di Gaza. Il blocco israeliano ha portato il tasso di povertà al 38,8%, il 21,1% dei quali soffre di estrema povertà. Inoltre, il tasso di disoccupazione è salito al 44%, cosa che riflette il peggioramento economico senza precedenti nella Striscia di Gaza.

Sforzi per creare una maggioranza demografica ebrea a Gerusalemme

Il 21 settembre 2015, le forze israeliane hanno demolito una casa in costruzione nel villaggio di Silwan, a sud di Gerusalemme Est, con il pretesto della mancanza del  permesso di costruzione.

Nello stesso contesto, le forze israeliane hanno spianato un podere appartenente al villaggio di al-Eisawiya, a nord est di Gerusalemme Est, perché situato tra le terre minacciate di confisca per l’interesse del  “Parco Nazionale “.

Per la terza settimana consecutiva, le forze israeliane hanno continuato a assalire la moschea  al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme Est e hanno fatto uso eccessivo della forza contro i civili palestinesi che difendevano la moschea di al-Aqsa contro le incursioni dei coloni alla vigilia della festa  ebraica di Sukkot. Il PCHR denuncia il danno deliberato provocato dalle forze israeliane agli interni della moschea di al-Aqsa, tra cui tappeti bruciati, e distruzione di finestre e ombrelloni che proteggono i fedeli nel periodo estivo. Il Pchr mette anche in guardia contro i piani del governo israeliano di applicare una divisione spazio-temporale della moschea di al-Aqsa. Pertanto, il PCHR chiede alla comunità internazionale di intervenire tempestivamente e assumersi le responsabilità legali e morali per proteggere i civili palestinesi e i loro luoghi santi nei Territori Palestinesi Occupati. Il PCHR ritiene che il silenzio della comunità internazionale per quanto riguarda questi crimini incoraggi  il governo israeliano a proseguire la sua politica in violazione della legge umanitaria internazionale.

Attività di insediamento

Il 19 settembre 2015, un gruppo di coloni ha teso un’imboscata ad auto civili palestinesi provenienti e dirette al villaggio di Beit Dajan, ad est di Nablus. Hanno aperto il fuoco contro un veicolo palestinese, ma non sono state segnalate vittime.

Traduzione di Edy Meroli