Donna beduina di 100 anni lasciata senzatetto da Israele

416247CNegev-Ma’an. Nelle ultime fasi della campagna di demolizioni israeliane, nella regione meridionale del Negev, le case che sono state demolite mercoledì scorso si trovano in due villaggi beduini non riconosciuti legalmente, mentre la polizia israeliana circondava Umm al-Hiran.

I bulldozer israeliani, protetti dalla polizia, hanno demolito un’abitazione nel villaggio di Wadi al-Naam nella zona occidentale del Negev, zona meridionale di Israele.

Gli abitanti locali hanno riferito a Ma’an che una delle case demolite era di proprietà di una anziana donna e di sua figlia. Un membro del comitato locale, Yousif Ziyadin, ha detto che si sarebbe tenuta una riunione di emergenza per discutere la demolizione israeliana.

Un parente della anziana proprietaria, Ahmad Zanoun, ha raccontato a Ma’an che la signora Ghaytha Zanoun, 100 anni, e la sua figlia sessantenne Hilala vivevano nella casa, ed entrambe soffrono di vari problemi di salute.

Zanoun ha detto che sia Ghaytha che Hilala non riuscivano a camminare, ed ha sottolineato il fatto che la famiglia aveva infatti ristrutturato l’abitazione seguendo i suggerimenti del loro medico viste le gravi condizioni di salute.

Ha inoltre aggiunto che Ghaytha e sua figlia ora si trovano senza casa a causa della demolizione.

Il villaggio di Wadi al-Naam fu fondato negli anni ’50 subito dopo la guerra arabo-israeliana del 1948 che vide la creazione dello stato di Israele. I militari hanno trasferito con la forza i beduini del Negev in questa zona durante i 17 anni nel quale i Palestinesi che vivevano in Israele erano governati con la legge marziale israeliana, che ebbe termine proprio poco prima del colpo di stato militare di Israele contro Gaza e la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, del 1967.

In luglio, il governo israeliano ha approvato piani per ricostruire nuovi centri abitativi per la comunità beduina di Israele. Il centro pianificato dovrebbe essere costruito proprio a sud di Shaqib al-Salam, un altro centro abitato da beduini, e vi si trasferirebbero almeno 7.000 beduini dal villaggio non legalizzato di Wadi al-Naam, come ha riportato lo scorso anno il quotidiano israeliano Haaretz.

Il villaggio approvato comprenderebbe un’area di approssimativamente 9.000 dunam (2.224 acri) e provvederebbe abitazioni per circa 9.000 residenti, come riportato dal Times of Israel.

La proposta di espandere la zona di Shaqib al-Salam è stata contestata dalla Suprema Corte israeliana nel 2015, quando l’Associazione per i Diritti Civili in Israele, che assisteva al procedimento, ha contestato il fatto che qualsiasi espansione della città sarebbe stata seguita dalla rimozione forzata dei beduini dai villaggi non legali, in particolar modo da quello di Wadi al-Naam.

Yaron Kelner, portavoce della Associazione, ha confermato a Ma’an mercoledì che i residenti di Wadi al-Naam continuano a rifiutare l’accordo di delocalizzazione.

Traduzione di Aisha Tiziana Bravi