Il ministro degli Esteri cinese: la mancanza di uno stato palestinese è una grande ingiustizia

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Betlemme-Ma’an. Giovedì 13 aprile, il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki ha incontrato la controparte cinese, il ministro Wang Yi, a Pechino.
Durante l’incontro, Wang ha riaffermato l’impegno del governo cinese per l’istituzione di uno Stato palestinese, definendo tale mancanza come una “terribile ingiustizia”.
 
Secondo l’agenzia stampa dell’ANP, Wafa, che si è occupata della riunione e della conseguente conferenza stampa congiunta, l’incontro si è concentrato su sviluppi politici sul conflitto israelo-palestinese, a livello regionale e internazionale.
Secondo Wafa, al-Malki ha informato Wang sugli “sforzi politici e diplomatici per ravviare il processo di pace in stallo tra i palestinesi e gli israeliani”. 
 
Al-Maliki e Wang hanno fatto riferimento al ruolo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nelle trattative di pace, e al-Maliki ha espresso la speranza che “gli Stati Uniti giochino un ruolo costruttivo e bilanciato nel processo di pace”.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas deve incontrare Trump a Washington il prossimo mese. 
 
Al-Maliki ha anche parlato delle “continue violazioni israeliane contro i palestinesi, specialmente l’espansione delle colonie ebraiche nei territori palestinesi”, sulla quale Wang ha risposto sottolineando la necessità di trovare una “soluzione giusta e comprensiva al conflitto”. 
 
Il quotidiano israeliano Haaretz ha riportato la notizia secondo la quale la Cina appoggia gli sforzi palestinesi per creare uno stato indipendente basato sui confini anteriori al 1967, con la Gerusalemme oggi occupata come capitale. 
“Settanta anni dopo, ciò che vediamo è che i nostri fratelli palestinesi devono ancora istituire uno stato indipendente con piena sovranità”, ha affermato Wang, secondo quanto riportato da Haaretz. “Ciò è sbagliato, e questa terribile ingiustizia dev’essere affrontata, e non può continuare”. 
 
Al-Maliki e Wang hanno concordato di continuare in futuro la coordinazione attraverso la formazione di un comitato congiunto palestino-cinese e attraverso l’appoggio dell’istituzione di zone industriali in Palestina.
 
Traduzione di F.H.L.