Abu Mohammed ha scelto di vendere granturco per non rinunciare alla sua terra

1752686864Nablus-PIC. Bilal Mohammed Ali, conosciuto come Abu Mohammed, a 60 anni non ha potuto trovare mezzi alternativi per resistere alla conquista della sua terra a causa dell’espansione degli insediamenti israeliani, se non essere fisicamente presente vendendo granturco sulla via Nablus-Jenin, di fronte al villaggio di Sabastia a nord di Nablus, dopo che le autorità di occupazione israeliana (IOA) gli hanno impedito di costruire sulla sua terra, perché si trova nell’area C, che è sotto il pieno controllo israeliano in Cisgiordania.

La maledizione di Oslo

Abu Mohammed racconta al giornalista di PIC: “Possiedo dieci dunum (10.000 m²) di terra nel villaggio di Sabastia, in tre diverse zone del paese, che sono tutte vicino alla strada Nablus-Jenin. Ho provato molte volte a costruire sul mio terreno, ma mi è stato impedito dalle Autorità dell’occupazione israeliana, perché si trova nell’area C dove, secondo gli accordi di Oslo,  non si può costruire senza un permesso”.

Sottolinea che la sua terra sarebbe stata venduta a un milione e mezzo di shekel se si fosse trovata nell’area A e B, come nel caso delle terre del villaggio di Dir Sharaf, che si trova a soli due chilometri dalla sua terra.

Aggiunge con una fitta al cuore: “La maledizione degli accordi di Oslo mi ha impedito di costruire sulla mia terra e ha reso il suo valore più basso rispetto ad altre terre vicine”.

In questo periodo, Abu Mohammed vende granturco per guadagnarsi da vivere ed essere sempre sul posto per resistere ai tentativi di Israele di appropriarsi della sua terra.

2038894781La bancarella nella sua terra

Abu Mohammed sottolinea che inizia la giornata alle 6:00 ogni giorno. Compra pannocchie dal mercato della verdura e le cuoce su un fornello. Attizza il fuoco bruciando i rami degli alberi che raccoglie nella sua terra che è coltivata a ulivi e mandorli, diffondendo un bel profumo di granturco cotto, invitando la gente a venire a comprare.

Di tanto in tanto, Abu Mohammed saluta i colleghi che lavorano sulla strada Jenin-Nablus, dove ha lavorato anche lui come autista per più di 30 anni.

Dice che avrebbe sperato, dopo tutti questi anni di duro lavoro, di andare in pensione e costruire negozi che gli avrebbe fornito un reddito costante, ma ha dovuto affrontare la realtà che non gli permette di costruire sulla sua terra.

Offerte generose

Abu Mohammed sottolinea che il suo reddito giornaliero va dai 20 ai 70 shekel (1 $ equivale a 3.8 shekel). Aveva ereditato questa terra da suo padre e si trova a un chilometro di distanza dall’insediamento di Shavei Shomron.

La sua casa, che si trova vicino all’insediamento, è stata costruita durante il governo giordano della Cisgiordania, prima del 1967: senza di lei, l’insediamento si sarebbe espanso sul suo terreno.

Aggiunge che “alcuni commercianti sospetti sono venuti da me per offrirmi 35.000 dinari giordani a dunum, ma mi sono rifiutato di vendere la mia terra, perché credo che vogliano comperarla per espandere l’insediamento di Shavei Shomron”.

Spiega di essere andato al comune di Sabastia perché lo aiutassero a ottenere le concessioni edilizie, ma lì hanno affermato chiaramente: “Non possiamo aiutarti, perché la tua terra è situata nell’area C”.

Abu Mohammed dice che non rinuncerà alla sua terra, non la venderà in nessuna circostanza e chiederà ai suoi figli di tenerla.

Traduzione di Edy Meroli