Al-Barghouthi: esplosione della situazione nei territori palestinesi è questione di tempo

Ramallah-InfoPal. Il membro del Consiglio legislativo e segretario generale dell’Iniziativa nazionale palestinese, il dottor Mustafa al-Barghouthi, ha affermato che le mosse attuate dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e dal suo governo rappresentano “una violazione criminale, compiuta attraverso le attività negli insediamenti e con le repressioni contro il popolo palestinese, nelle città di Hebron, Gerusalemme e in tutti i territori palestinesi”.

In un comunicato stampa diramato martedì 24 settembre, al-Barghouthi ha sottolineato che “tali azioni confermano le reali intenzioni del governo di Netanyahu, cioè sfruttare i negoziati per coprire la sua politica di espansione, in quanto il suo vero obiettivo è quello di rafforzare la politica di apartheid”.

Al-Barghouti ha avvertito che “l’esplosione della situazione nei territori palestinesi è una questione di tempo. Le cause risiedono in diversi fattori, quali la frustrazione derivante dalle politiche di insediamento e occupazione, l’assenza di qualsiasi orizzonte o speranza nel cosiddetto processo di pace e il diffuso sentimento tra i palestinesi che i Paesi arabi sono occupati dalle loro questioni interne, piuttosto dalla causa palestinese. Oltre al perdurarsi della divisione e all’affievolirsi della speranza per il raggiungimento dell’unità nazionale. A tutto ciò si aggiunge il deterioramento delle condizioni di vita causato dall’aumento dei prezzi e dalle difficoltà finanziarie, elementi aggravati dalle azioni dell’occupazione e le restrizioni derivanti dagli accordi di Oslo e la Convenzione di Parigi”.

Il leader palestinese ha quindi ribadito che “le azioni di Netanyahu minano ogni possibilità di creare uno Stato palestinese indipendente e con piena sovranità”.

Infine, al-Barghouti ha ritenuto che l’unico modo per affrontare le misure dell’occupazione “è quello di rigenerare la resistenza popolare e sostenere la fermezza nazionale palestinese, mobilitando la più ampia solidarietà internazionale per boicottare e imporre delle sanzioni su Israele, alla stregua di quanto avvenne con il regime dell’apartheid in Sud Africa”. Ha anche esortato a “ripristinare l’unità nazionale, mettendo fine alle scommesse sui negoziati con il governo di Netanyahu e ripartendo da una strategia nazionale, uniforme e condivisa”.