B’Tselem: Israele usa la violenza dei coloni per sequestrare terre in Cisgiordania

Ramallah – WAFA. Domenica, il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha pubblicato un nuovo rapporto che mostra come Israele ha usato la violenza dei coloni contro i palestinesi per appropriarsi indebitamente di oltre 2,8 mila ettari di terreni agricoli e pascoli nella Cisgiordania occupata, utilizzati dalle comunità palestinesi da molti decenni.

Nel nuovo rapporto, B’Tselem mostra che la violenza dei coloni non è un’iniziativa privata, ma una parte non ufficiale della violenza di stato che Israele usa per espellere i palestinesi dalla loro terra. Attribuire la violenza ai giovani fondamentalisti o alle “mele marce”, mantenendo una pretesa di forze dell’ordine, consente a Israele di mantenere uno spazio confortevole per la “negabilità plausibile” e godersi l’esito della violenza, occupando diverse aree di terra in Cisgiordania.

Il rapporto illustra come la violenza dei coloni faccia parte dei metodi ufficiali che aiutano Israele a sequestrare terreni agricoli e pascoli appartenenti alle comunità palestinesi. Le aree coinvolte sono cinque: le comunità di pastori a Masafer Yatta, nelle colline a sud e a sud-ovest di Hebron, nella Valle del Giordano e nei villaggi stabiliti ad ovest di Ramallah e ad ovest di Nablus. Secondo il rapporto, Israele ha espropriato queste comunità di centinaia di ettari usando la violenza dei coloni.

In alcune zone, tutto ciò è stato effettuato esplicitamente dai militari, che hanno chiuso aree di terra o hanno imposto ai palestinesi la necessità di richiedere un permesso anticipato per accedere alla propria terra. In altri, contadini e pastori non vi possono accedere per paura di incontrare coloni che li aggrediscono.

Nelle testimonianze fornite ai ricercatori sul campo di B’Tselem, i residenti hanno descritto come la violenza e la paura minaccino l’esistenza continua delle loro comunità, spingendole – per mancanza di scelta – ad abbandonare o ridimensionare i tipi di lavoro su cui hanno fatto affidamento per decenni, costringendoli a rimanere lontano dai pascoli e dalle fonti d’acqua, e limitando la coltivazione dei loro terreni agricoli.

“Il regime dell’Apartheid si basa sulla violenza organizzata e sistemica contro i palestinesi, portata avanti da numerosi agenti: il governo, l’esercito, l’Amministrazione civile, la Corte suprema, la polizia israeliana, l’Agenzia di sicurezza israeliana, il Servizio carcerario israeliano, l’Agenzia per i parchi e l’ambiente israeliana e altri. I coloni sono un’altra funzione in questa lista”, ha affermato il gruppo israeliano per i diritti.

“Come la violenza impiegata contro i palestinesi dai militari e dalla burocrazia, la violenza dei coloni è organizzata, istituzionalizzata, ben attrezzata e messa in atto al fine di raggiungere un obiettivo strategico definito”.