Gaza – Safa. All’inizio della settimana in corso, l’artiglieria israeliana ha simulato un’operazione via terra a Gaza. Ieri mattina lo aveva fatto nei cieli del territorio palestinese assediato.
Sul proprio sito internet, le forze d’occupazione israeliane hanno spiegato che le esercitazioni si sono svolte nella postazione militare di Tasalim, e che hanno deciso di intensificarle in seguito all’escalation di violenza a Gaza.
Tra i dettagli delle esercitazioni, viene menzionato anche l’utilizzo di D9, tipologia di bulldozer di ultima generazione.
Lo scopo è quello di essere pronti a un’escalation da un momento all’altro, insieme alla necessità di testare mezzi della nuova ingegneria militare.
Nel corso dell’operazione Piombo Fuso contro Gaza, 2008-2009, i bulldozer israeliani devastarono case, strade e infrastrutture di Gaza.
Il prossimo round è molto vicino. Nel corso dell’addestramento, un leader militare ha detto: “Siamo costantemente consapevoli della possiblità di dover mettere in pratica il training da un momento all’altro. Bulldozer e blindati sono fondamentali per aprire la strada nelle operazioni via terra. Ma stiamo anche migliorando le capacità di soccorso interno (dei soldati), poiché dobbiamo sviluppare la capacità in termini di rapidità, ma anche di contenimento degli incidenti, quindi dei ferimenti”.
Siamo pronti al 100%. Un ufficiale responsabile del reparto di ingegneria ha ammesso che l’attuale disponibilità di mezzi ed equipaggiamento dell’esercito israeliano è ottimale e che sono pronti al combattimento a Gaza.
“E’ il settore nel quale siamo meglio equipaggiati e dove meglio ci stiamo allenando.
Questi mezzi devono essere disponibili e pienamente operativi nell’eventualità di dover entrare a Gaza da un giorno all’altro”.
“Un addestramento che fa da preludio ad azioni militari di natura preventiva per continuare a macchiarsi di crimini contro l’umanità”. Così hanno commentato la notizia delle esercitazioni israeliane alcuni gruppi per la tutela dei diritti umani, che hanno ricordato la morte di Rachel Corrie, attivista dell’International Solidarity Movement (Ism), assassinata nel 2003 da un bulldozer israeliano, mentre, stringendo in mano una bandiera bianca, cercava di interporsi tra il mezzo corazzato militare e una casa palestinese a Rafah (Gaza sud) sulla quale imcombeva la minaccia di demolizione.