Capo dell’Intelligence militare israeliana rassegna le dimissioni a seguito del fallimento del 7 ottobre

Tel Aviv. Il capo dell’intelligence militare israeliana ha rassegnato le dimissioni dopo aver accettato la responsabilità per gli errori che hanno permesso lo svolgimento dell’operazione di resistenza palestinese transfrontaliera del 7 ottobre, secondo quanto riportato lunedì dall’agenzia Reuters.

Il generale maggiore Aharon Haliva, veterano dell’esercito da 38 anni, è stato uno dei comandanti israeliani di alto livello che hanno dichiarato di non essere riusciti a prevedere e prevenire l’attacco più letale della storia di Israele.

“La divisione d’intelligence sotto il mio comando non è stata all’altezza del compito che ci era stato affidato. Da allora ho portato con me quel giorno nero”, ha dichiarato in una lettera di dimissioni diffusa dall’esercito.

Rimarrà in carica fino a quando non verrà nominato un successore. I media e i commentatori israeliani si aspettano altre dimissioni una volta terminata la campagna di bombardamenti di Israele a Gaza.

L’incursione transfrontaliera del 7 ottobre ha gravemente offuscato la reputazione dei servizi militari e di intelligence israeliani, in precedenza considerati praticamente imbattibili.

Nelle prime ore del mattino del 7 ottobre 2023, centinaia di combattenti della resistenza palestinese hanno sfondato la recinzione che circonda Gaza, sorprendendo le forze di occupazione israeliane. Hanno portato a Gaza circa 250 prigionieri di guerra. Da allora molti sono stati uccisi dai bombardamenti di Israele e altri sono stati rilasciati in accordi di scambio di prigionieri. Circa 133 continuano ad essere detenuti a Gaza, secondo i calcoli israeliani.

Il bilancio finale delle vittime del 7 ottobre è ora di 695 civili israeliani, tra cui 36 minorenni, oltre a 373 forze di sicurezza e 71 stranieri, per un totale di 1.139 persone. Questo dato include le vittime degli attacchi indiscriminati di Israele in risposta all’operazione di resistenza.

Il capo delle forze armate, il tenente generale Herzi Halevi, e il capo dell’agenzia di intelligence interna Shin Bet, Ronen Bar, si sono entrambi assunti la responsabilità all’indomani dell’operazione, ma sono rimasti in carica mentre la guerra a Gaza è continuata.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, invece, non si è finora assunto la responsabilità degli eventi del 7 ottobre, anche se i sondaggi indicano che la maggior parte degli israeliani gli rimprovera di non aver fatto abbastanza per prevenirlo o difendere il Paese.

Dal 7 ottobre Israele ha ucciso più di 34 mila palestinesi, la maggior parte donne e bambini, secondo le autorità sanitarie locali, e ha lasciato l’enclave densamente popolata in rovina.

(Fonti: MEMO e agenzie).