Cisgiordania, Comitato familiari prigionieri: nel 2013, 951 arresti politici e 1820 citazioni in giudizio

Palestina-sciopero-della-fame-1Al-Khalil (Hebron) – Quds Press. Il Comitato dei familiari dei prigionieri politici in Cisgiordania ha diffuso dati statistici attendibili sull’aumento dei casi di arresto politico durante il 2013. Si arriva infatti al numero di 951 casi di arresto e a quello di oltre 1820 casi di citazione in giudizio, secondo l’apparato di Sicurezza dell’Autorità palestinese, con un incremento di 121 arresti rispetto all’anno precedente, il 2012, in cui il numero di casi di detenzione politica ammontava a 830.

Il Comitato ha spiegato, in un comunicato inviato a Quds Press in data 6 gennaio, che il più alto numeri di arresti politici è stato registrato nel mese di giugno, con 130 casi, mentre il numero più basso è stato registrato nel mese di aprile, con 51 casi, e il numero di casi registrati a dicembre è di 81 arresti.

Il Comitato ha sottolineato il protrarsi della detenzione di numerosi veterani e prigionieri politici in carcere da oltre tre anni, alcuni dei quali detenuti da più di 5 anni, nonostante l’emanazione di numerosi provvedimenti di scarcerazione per la maggior parte di loro. Fra i veterani più famosi figurano Wajid al.‘Aruri, Islam Hamid, ‘Atef al-Sahli, Ayyub al-Qawasmi, ‘Abd al-Fattah Sharim, ‘Ala’ Dhib, Amin al-Qawqa del movimento di Hamas, ‘Ala’Zayud e Bajis Hamdiya della Jihad Islamica, Jad Hamydan del Fronte Popolare.

Il Comitato ha dichiarato che molti dei prigionieri sono stati sottoposti a torture di vario tipo, dalla flagellazione alla sospensione nella posizione del “fantasma”, dalle percosse agli insulti, alla privazione del sonno per lunghe ore. La maggior parte delle torture è stata subita dai prigionieri interrogati su questioni riguardanti i rapporti o la ricezione di benefici  per le famiglie dei prigionieri e dei martiri, nell’ambito di un quadro accusatorio relativo ad atti di resistenza o possesso di armi.

Il rapporto prosegue affermando che “le forze di sicurezza non si sono fermate di fronte alle sentenze dei tribunali politici in favore di decine di prigionieri: nonostante i provvedimenti di scarcerazione, diversi detenuti restano nelle carceri dell’occupazione e, al tempo steso, sono esposti ai tribunali palestinesi”.

La Commissione ha registrato numerosi casi in cui le forze di sicurezza hanno rifiutato di eseguire le sentenze di proscioglimento dei prigionieri politici, trattenendone diversi per lunghi mesi dopo che avevano ottenuto più di un provvedimento di scarcerazione, così come ha registrato casi di detenuti arrestati nuovamente  pochi minuti dopo la liberazione dal carcere.

La Commissione ha infine documentato una significativa escalation negli arresti politici di studenti universitari e attivisti di blocchi islamisti, nonché la continua persecuzione di prigionieri liberati dalle carceri israeliane, alcuni dei quali scarcerati dopo più di 19 anni. A questi casi si aggiungono quelli dei numerosi arresti di giornalisti, scrittori e giovani attivisti.

Gli arresti non riguardano soltanto le persone di mezza età, ma colpiscono individui di tutte le fasce di età, a partire dai ragazzini al di sotto dei 15 anni fino a coloro che hanno superato la sessantina, mentre le citazioni in giudizio si estendono a  numerose donne, soprattutto le mogli dei prigionieri, secondo il rapporto del Comitato dei familiari dei prigionieri politici in Cisgiordania.

Traduzione di Federica Pistono