Coloni israeliani incendiano due moschee. Altri gravi attacchi in Cisgiordania

Al-Quds (Gerusalemme) – Ma'an, InfoPal. Questa mattina si è verificato un grave episodio ai danni della religiosità e della sovranità palestinese a Ramallah.

Coloni israeliani hanno dato fuoco alla moschea “an-Nur”, nel villlaggio di Barqah (Ramallah Ovest). Ingenti i danni alla sala riservata alla preghiera delle donne. 

'Abdel Qader Smeiran, capo di villaggio, ha raccontato che l'aggressione si è consumata intorno alle 3 e mezza di notte, quando i coloni israeliani hanno lanciato bottiglie molotov facendo divampare un incendio all'interno.

Giunti in moschea per la preghiera dell'alba, i fedeli palestinesi hanno fatto la scoperta e subito si sono dati da fare per spegnere le fiamme. Ovunque, sulle pareti della moschea, erano le scritte razziste.

Nella notte tra martedì e mercoledì, estremisti israeliani avevano appiccato il fuoco in una moschea ad al-Quds (Gerusalemme).

“C'è stato un tentativo di appiccare il fuoco all'interno di una moschea in disuso”, afferma Micky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana.

“La polizia ha anche trovato delle scritte sul muro, ed è stata quindi aperta un'indagine”.
I vandali hanno scritto graffiti razzisti offendendo il profeta Muhammad in ebraico e hanno lasciato Stelle di David sui muri della moschea.
Hanno anche scritto price tag sull'edificio, termine utilizzato dai coloni per descrivere la politica di attacco ai palestinesi e alle loro proprietà in protesta alle politiche del loro governo, ritenute  dannose per i coloni.
I responsabili però non sono riusciti a entrare nell'edificio, attualmente utilizzato come magazzino per il concilio cittadino.
La polizia israeliana sostiene di aver aperto un'indagine sull'incidente avvenuto su Jaffa Street, la più grande arteria commerciale della Gerusalemme occidentale.

Buona parte dei muri esterni sono stati bruciati e tutt'intorno vi era un forte odore di petrolio, sebbene l'incendio non sia riuscito a divampare.
I vandali hanno rotto delle tubature nell'edificio e l'acqua è salita fino a 10 centimetri.

Altri attacchi dei coloni. Nella Cisgiordania settentrionale, i coloni hanno attaccato il villaggio di Duma, a sud di Nablus, hanno bruciato una cisterna dell'acqua e un'auto a Razzaq Dawabsha. Hanno anche provato a incendiare un autobus.

Nel vicino villaggio di Yasuf, un colono ha dato fuoco all'auto del palestinese Mohammed Ibrahim Muslih. I testimoni affermano che il colono è arrivato dopo la mezzanotte a bordo di un trattore vicino al checkpoint Zatara e ha bruciato l'auto di Muslih all'ingresso di Yasuf.

Nella notte i coloni israeliani hanno dato fuoco all'automobile di Ahmad Abdul Aziz Eid, nel villaggio di Kifl Haris (Salfit).

Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, anche in questi episodi, i coloni hanno lasciato scritte in lingua ebraica che riportavano la scritta price tag.

L'incidente è avvenuto solo 24 ore dopo che un gruppo di coloni estremisti aveva attaccato una base militare nella Cisgiordania settentrionale e aveva sabotato veicoli. L'attacco è stato denunciato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e da altri alti ufficiali.

Lunedì notte alcuni coloni avevano fatto irruzione in una zona militare lungo il confine giordano e avevano inscenato una protesta.

Nella maggior parte dei casi, i “price tag” mirano ad attaccare obiettivi palestinesi. E' evidente l'impennata degli attacchi all'interno di Israele: un incendio doloso nella moschea in un villaggio beduino a settembre scorso, aveva ricevuto la condanna internazionale.
Gli ufficiali israeliani hanno condannato questi attacchi, ma i colpevoli, raramente vengono arrestati e portati davanti alla giustizia.

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