Come Israele ha imparato a non preoccuparsi e ad amare i neonazisti d’Europa

MEMO. Di Asa Winstanley. Ormai da anni, gruppi di estrema destra in tutta Europa hanno tentato di estendere i loro legami con Israele, nonostante il fatto che fino a pochi decenni fa questi stessi gruppi consideravano gli ebrei il loro nemico numero uno.

Poi la cosiddetta Guerra al Terrore ha cambiato questo scenario e ha fatto dell’Islam il principale capro espiatorio in buona parte dell’Occidente e in modo particolare tra i gruppi di estrema destra. In realtà i segnali di questo mutamento si erano manifestati ben prima. Già nel 1981, al più tardi, lo scomparso intellettuale palestinese Edward Said aveva scritto nel suo Covering Islam che i media occidentali stavano dipingendo “il mondo islamico come impantanato fra religione, primitivismo e arretratezza”.

Tali diffamanti notizie sono diventate un eccesso dopo l’11 settembre. I gruppi di estrema destra hanno trovato la loro nuova vittima sacrificale e hanno deciso che avrebbero moderato o camuffato la loro agenda anti-ebraica. La quantità enorme di livore islamofobico gettato dai giornalisti e politici più in vista come parte della propaganda di guerra sull’invasione occidentale di Afghanistan e Iraq, significava che focalizzare l’attenzione sull’Uomo Nero musulmano aiutava l’arruolamento.

Le formazioni di estrema destra, storicamente antisemite, sono giunte progressivamente ad abbracciare il cosiddetto Stato ebraico. I fascisti d’Europa hanno iniziato ad ingraziarsi il sionismo per diventare “kosher in Israele”, espressione usata di recente da un politico di estrema destra.

Nick Griffin, leader del BNP ed ex militante del National Front, che nega l’olocausto, aveva dichiarato nel 2009 di aver condotto il suo partito “dall’essere, apertamente, un’organizzazione antisemita e razzista all’unico partito politico che sostiene con decisione il diritto di Israele di fare accordi con i terroristi di Hamas”

Nel 2011 Tommy Robinson, fondatore del movimento English Defence League (EDL) ha raccontato molto sentitamente che “nella nostra prima manifestazione abbiamo sventolato la bandiera di Israele, la stella di David. Nel mio primo discorso pubblico in assoluto, a Leeds, avevo addosso la stella di David. La ragione di questo è che Israele è una stella splendente della democrazia. Se cade Israele, noi tutti cadiamo”. Più di recente, un blogger antisemita ha fatto fare a Robinson un tour dei territori occupati in Palestina e Siria, durante il quale questi si è messo in posa su un carro armato con alcuni soldati israeliani.

Gruppi come l’EDL e il BNP affondano le loro radici nelle gang neonaziste e fasciste di strada, spesso coinvolte in aggressioni contro persone di colore o immigrati. Molti erano, o sono tuttora, anche virulenti antisemiti. Per siffatti gruppi, appoggiare lo Stato ebraico non è poi così contraddittorio come può sembrare. Dopo tutto, la missione del Sionismo era di eliminare gli ebrei d’Europa dall’Europa, cosa che hanno tentato di fare anche gli antisemiti.

Negli ultimi anni in Europa l’ala di estrema destra sta vincendo un numero allarmante di elezioni. L’agitazione nei confronti dell’immigrazione è di sicuro il miglior agente di reclutamento di sostenitori e, dal momento che la Guerra al Terrorismo contro gli Stati a maggioranza islamica non è mai cessata, tale agitazione è diventata anti-islamica.

Questi gruppi hanno tentato sempre più di allacciare rapporti con Israele in modo da, dal loro punto di vista, “kosherizzarsi”. Così facendo, si garantirebbero anche una certa credibilità in politica estera, visto che in Europa molti partiti in vista considerano Israele una nazione alleata, persino mimando di tanto in tanto una sdentata critica delle politiche di insediamento illegale di Israele.

Il leader del partito di estrema destra austriaco Freedom Party, ha fatto visita ad Israele, invitato dal parlamentare del partito Likud e ha accolto con favore un attivista israeliano di destra radicale, del movimento “Temple Mount”, che mira a distruggere la moschea Al-Aqsa.

Quest’uomo, Heinz-Christian Strache, è alla guida di un partito fondato da un ex nazista dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso Strache un tempo apparteneva a un gruppo che si auto definiva “gioventù hitleriana”. Il partito di Strache è arrivato terzo nelle ultime elezioni e al momento è in trattative per formare un governo di coalizione in qualità di socio minoritario.

In modo simile, il gruppo di estrema destra in Germania, l’AfD , nelle elezioni di settembre ha ottenuto 100 seggi nella camera bassa tedesca, piazzandosi al terzo posto. Anche stavolta, l’obiettivo principale del partito è l’attacco a immigrati e musulmani e anche questo si propone di far fronte comune con Israele.

Durante un’intervista con un giornalista israeliano, il deputato leader dell’Afd ha dichiarato che “Israele potrebbe essere un modello per la Germania […] è una democrazia dotata di una società libera e pluralista. Israele compie degli sforzi per preservare la sua cultura e tradizione. Si potrebbe fare lo stesso per la Germania, come per qualsiasi altra nazione”. I leader dell’AfD si sono recati in Israele e hanno ricevuto anche il sostegno di Yehuda Glick, lo stesso attivista di estrema destra corteggiato dall’austriaco Strache. L’Alternativa per la Germania è un partito che ha adottato apertamente una retorica nazista.

Come l’esimio intellettuale palestinese americano Joseph Massad ha recentemente precisato, questi rapporti tra partiti storicamente antisemiti e Israele sono in realtà di lunga data e risalgono alle fondamenta stesse del sionismo.

Infatti il sionismo, movimento di matrice teologica cristiana protestante, “millenario progetto per accelerare la seconda venuta di Cristo”, mira a un “ritorno” in Palestina degli ebrei d’Europa. Come ha spiegato Massad, “gli ebrei europei hanno resistito e, insieme con i loro correligionari americani, ancora resistono a queste richieste di auto-espulsione di massa dall’Europa e dagli Stati Uniti verso una lontana terra in Asia”.

La convergenza tra sionismo e fascismi europei antisemiti è stata più che incidentale: è basata sulla convinzione condivisa che gli ebrei d’Europa sono di fatto “alieni” all’Europa. Il sionismo vorrebbe mandarli tutti in Palestina, mentre il neonazismo vorrebbe estirparli e basta.

L’odierno prosieguo da parte di Israele di questa alleanza è solo un’altra prova della sua corruzione morale.

Traduzione di Ada Maria De Angelis