Comitato per la protezione dei giornalisti: l’offensiva israeliana contro Gaza chiede un prezzo alto ai giornalisti

New York – WAFA. La guerra israeliana contro la Striscia di Gaza, iniziata il 7 ottobre, ha causato una grave perdita ai giornalisti, ha dichiarato lunedì il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ).

Il Comitato sta indagando su tutte le segnalazioni di giornalisti e operatori dei media uccisi, feriti o dispersi durante l’offensiva, compresi quelli feriti quando le ostilità si sono estese al vicino Libano.

Al 6 novembre, le indagini preliminari del CPJ mostravano che almeno 36 giornalisti e operatori dei media erano tra i circa 11 mila uccisi da Israele dall’inizio della guerra, il 7 ottobre.

“I giornalisti a Gaza affrontano rischi particolarmente elevati mentre cercano di coprire il conflitto a fronte di un assalto terrestre israeliano nella città di Gaza, di devastanti attacchi aerei israeliani, delle comunicazioni interrotte e di estese interruzioni di corrente”, ha dichiarato il CPJ.

Il CPJ ha dichiarato che è stata confermata la morte di 36 giornalisti e operatori della stampa, otto feriti, tre scomparsi ed altri otto arrestati, oltre a numerose aggressioni, minacce, attacchi informatici, censure ed uccisioni di familiari.

Il CPJ ha dichiarato che sta indagando anche su numerose segnalazioni non confermate di altri giornalisti uccisi, scomparsi, detenuti, feriti o minacciati e di danni agli uffici della stampa e alle case dei giornalisti.

“Il CPJ sottolinea che i giornalisti sono civili che svolgono un lavoro importante in tempi di crisi e non devono essere presi di mira dalle parti in guerra”, ha dichiarato Sherif Mansour, coordinatore del programma del CPJ per il Medio Oriente ed il Nord Africa. “I giornalisti di tutta la regione stanno facendo grandi sacrifici per coprire questo conflitto straziante. Quelli di Gaza, in particolare, hanno pagato, e continuano a pagare, un prezzo senza precedenti e affrontano minacce esponenziali. Molti hanno perso colleghi, famiglie e strutture mediatiche e sono fuggiti in cerca di sicurezza quando non c’è un rifugio o un’uscita sicura”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.