Commissione dei prigionieri: Fatima Amarneh è stata picchiata e torturata dalla polizia israeliana durante il suo arresto

Commissione dei prigionieri: Fatima Amarneh è stata picchiata e torturata dalla polizia israeliana durante il suo arresto

Ramallah. La detenuta Fatima Amarneh, 41 anni, proveniente da Jenin, nel nord della Cisgiordania, è stata sottoposta ai peggiori tipi di abusi e torture quando è stata arrestata dalla polizia israeliana nella Gerusalemme occupata, secondo quanto dichiarato lunedì dalla Commissione per gli Affari dei prigionieri ed ex-prigionieri.

Durante la visita dell’avvocato della Commissione, Hanan Khatib, nella prigione di Damon, Amarneh ha raccontato che quando è stata arrestata, il 4 settembre, alle 21:00, mentre usciva dalla moschea di al-Aqsa, uno dei poliziotti l’ha presa a calci, sostenendo che avesse cercato di accoltellarlo. Poi altri poliziotti l’hanno attaccata e picchiata duramente fino a farle perdere i sensi. Quando si è svegliata, si è trovata incatenata all’interno di una jeep della polizia.

Amarneh è stata poi trasferita alla stazione di polizia al-Qishleh, alla Porta di Jaffa, dove è stata interrogata, torturata e picchiata. È stata anche terrorizzata e violata, mentre le poliziotte l’hanno spogliata più volte.

“Mi hanno messo nell’autobus per il trasporto dei prigionieri e mi hanno pestato duramente. A volte l’autobus andava veloce e poi si fermava all’improvviso. Mi hanno trasferito da un posto all’altro per mettermi sotto pressione e farmi infuriare. Le poliziotte mi hanno stretto le manette per farmi male, mentre mi spingevano, mi prendevano a calci e mi picchiavano. Mi hanno strappato l’indumento esterno e poi mi hanno trasferito nella prigione di Ramleh, dove ho dormito senza mangiare nulla. Mi hanno poi messo in isolamento in una cella squallida e rozza con un letto e un materasso di pelle sottile, senza cuscini e con una coperta sporca e puzzolente. Il bagno aveva un buco nel pavimento e puzzava molto. Poi sono stata trasferita nel carcere di Damon”, ha raccontato Amarneh al suo avvocato.

L’avvocato Khatib ha aggiunto che sul corpo della prigioniera erano visibili i lividi causati dalle violente percosse ricevute al momento dell’arresto e che alcuni vestiti erano macchiati di sangue.

(Fonte: WAFA; immagine: samidoun.net/).

Traduzione per InfoPal di F.L.