Comunicato del Comitato delle famiglie dei cittadini sequestrati dall’Anp in Cisgiordania.

Riceviamo e pubblichiamo.

Comunicato stampa rilasciato dal Comitato delle famiglie dei cittadini palestinesi sequestrati dall’ANP in Cisgiordania.

Sessanta donne, mogli dei martiri e dei detenuti, e studentesse del “Blocco islamico” vengono convocate periodicamente dagli Apparati di sicurezza

Su 631 palestinesi sequestrati dall’Anp, 173 hanno passato più di un anno in carcere. Ogni giorno, 75 persone vengono convocate nelle sedi della Sicurezza. Prosegue la ‘guerra delle epurazioni’.

Commentando le notizie relative alla firma dell'Accordo del Cairo da parte di Fatah e al rinvio della “riconciliazione interpalestinese”, il Comitato delle famiglie dei cittadini sequestrati in Cisgiordania ha rilasciato un comunicato stampa che include alcuni dati statistici sui detenuti nelle prigioni della Cisgiordania. 

“Tutti ci siamo entusiasmati per gli sforzi condotti per vedere i nostri figli liberi dalle carceri israeliane in Cisgiordania, ma ora attendiamo la fine della campagna di licenziamenti e di epurazioni che ha tagliato i mezzi di sostentamento delle nostre famiglie, gettando sul lastrico i figli e i coniugi di chi ne è colpito solo a causa della sua appartenenza politica o della simpatia per un movimento diverso da Fatah”.

“La realtà sul terreno, in Cisgiordania, non indica affatto la possibilità di una “riconciliazione”, quindi non ha senso sapere se è stata raggiunta la ‘fase della firma’ mentre sul terreno aumentano le punizioni contro la nostra gente, che non si limitano agli arresti, ma includono anche torture ed il taglio dei mezzi di sussistenza”.

Tra le verità spiacevoli, documentate da dati statistici, che meritano l’attenzione da parte di tutte le forze del nostro popolo e delle Organizzazioni dei diritti umani, ricordiamo:

1. Le campagne di arresti, che proseguono e si concentrano su ex detenuti, studenti universitari, personalità religiose e della società civile, giornalisti e professori universitari.

2. Le torture, che proseguono facendo uso di percosse, di privazioni del sonno e del divieto, per mesi, di visite da parte dei familiari.

3. Che il numero dei detenuti che si trovano nelle carceri di Abbas è di 631, distribuiti nelle diverse prigioni della Cisgiordania.
4. Che ogni giorno vengono convocati nelle sedi della Sicurezza israeliana 75 cittadini, alcuni ciclicamente, con decine di essi che restano trattenuti per ore ogni giorno oppure in determinati giorni della settimana, torturati e terrorizzati.

5. Che oltre 250 detenuti sono stati arrestati in precedenza dalle forze fedeli ad Abbas.

6. Che 373 palestinesi, attualmente detenuti, sono ex detenuti nelle prigioni degli occupanti israeliani, ed arrestati di nuovo a pochi giorni dalla loro liberazione.

7. Che più di 60 donne, mogli di detenuti e di martiri, e studentesse del “Blocco islamico”, vengono convocate periodicamente nei Centri di sicurezza per interrogatori, nel corso dei quali avvengono umiliazioni come l’isolamento in cella per ore.

8. Che 34 detenuti sono agli arresti da oltre due anni.
9. Che 173 detenuti sono agli arresti da oltre un anno.

10. Che 27 “ricercati” membri delle Brigate al-Qassam sono detenuti in difficili condizioni, sottoposti a continue torture.
11. Che 35 detenuti, in maggioranza veri e propri simboli del popolo palestinese e personalità del riformismo palestinese, hanno più di cinquanta anni,.
12. Che le forze di Abbas a Qalqilya continuano a trattenere da un mese Merfat Saleh, moglie di ‘Abd al-Fattah Shuraym, ed impongono gli arresti domiciliari ad altre mogli dei prigionieri e dei martiri nelle diverse province della Cisgiordania.

13. Che durante gli ultimi due mesi, le Forze di Abbas hanno rifiutato di eseguire gli ordini giudiziari di scarcerazione, ed hanno sequestrato di nuovo 38 palestinesi raggirando quindi le decisioni giudiziarie: i detenuti vengono perciò rilasciati e poi subito riarrestati davanti alla prigione, oppure dopo poche ore dal rilascio.

14. Che le forze di Abbas continuano a privare decine di detenuti dalle visite familiari, quindi essi non possono ricevere né cibo né vestiario.
15. Che la campagna di licenziamenti ed epurazioni condotta dall’ANP continua e tocca la maggior parte degli arrestati con espropri di appartamenti, di negozi, di ditte e persino dei conti bancari: i detenuti vengono costretti a cederli con la firma di documenti e di assegni che ‘legalizzano’ questi furti, che comprendono la chiusura di imprese private e di negozi che gli appartengono.

Dopo la rapida esposizione di tutte queste spiacevoli realtà, chiediamo alle forze vive del nostro popolo e alle istituzioni che si occupano di diritto internazionale e di diritti umani di intervenire immediatamente per fermare questi crimini quotidiani. Denunciamo inoltre la totale assenza dei media locali e delle Organizzazioni dei diritti umani che operano in Cisgiordania, nonché della maggioranza delle fazioni palestinesi. Denunciamo il loro disinnteresse per le pene quotidiane che vivono questi palestinesi letteralmente sequestrati e le loro famiglie, i loro figli e le loro mogli, tutti vittime di violazioni quotidiane dei diritti dell'uomo, oltre che di una guerra senza sosta condotta contro le loro basilari fonti di sostentamento.

Il Comitato dei familiari dei sequestrati
Cisgiordania
17 ottobre 2009 (27 Shawwal 1430 Hijri)

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