Congelamento colonie: le garanzie Usa, la richiesta di Shas e l’esclusione di Gerusalemme

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Domani, 21 novembre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione del Likud per discutere di “congelamento degli insediamenti” nell'ambito delle garanzie offerte dagli Stati Uniti.

Secondo quanto riporta la radio israeliana, Netanyahu potrebbe chiedere ai membri del suo partito di non opporsi a priori ad un congelamento parziale e limitato nella Cisgiordania occupata di fronte alle offerte di Washington in materia di politica e sicurezza.

Gruppi di coloni ebrei intanto hanno già preannunciato un sit-in di protesta ad al-Quds (Gerusalemme) contro l'ultima ipotesi di congelamento, dalla quale, qui si ricorda, la proposta americana aveva accolto l'esclusione di Gerusalemme dalle aree intese essere sottoposte al blocco edilizio.

Nella proposta, gli Usa avevano chiesto un congelamento di 90 giorni impegnandosi a non avanzare altre richieste di congelamento.

Mettendo in chiaro che per il proprio governo non considera Gerusalemme far parte della Cisgiordania, Mark Regev, portavoce di Netanyahu, ha tenuto a specificare che qualsiasi moratoria sulle colonie non coprirà mai Gerusalemme.

Intanto, circolano notizie su possibili accordi e promesse rivolte al partito di destra Shas – il quale aveva preteso dagli Usa una garanzia sotto forma di impegno scritto – da parte del ministro della Guerra, Ehud Barak  circa l'approvazione di centinaia di unità abitative (colonie, ndr) in Cisgiordania subito dopo la scadenza del congelamento proposto dagli Usa.

Gli Stati Uniti sembrano essere pronti a fornire la garanzia scritta pretesa da Israele in materia di sicurezza qualora il gesto equivalga ad uno sviluppo nei colloqui di pace in Medio Oriente.

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