
Dci ha riferito che il 5 febbraio scorso dei militari hanno ucciso Haitham Sa’ada, 14 anni, della città di Halhoul nel distretto meridionale di Hebron, Cisgiordania, durante il sequestro di suo cugino Wajdi Sa’ada, anch’egli 14enne. I militari hanno poi rincorso e arrestato un loro amico.
«Non gli abbiamo lanciato pietre, non li abbiamo attaccati, ma un soldato ci si è avventato contro e mi ha colpito con un pugno al viso. Sono caduto a terra e mi è stato ordinato di togliermi la maglietta. Guardavo Haitham, era immobile, sembrava morto. Poi i militari lo hanno ammanettato e se ne sono andati».
I militari hanno trattenuto il minore fino a mezzanotte, e hanno quindi iniziato a interrogarlo in assenza di un rappresentante legale o di un membro della sua famiglia.
«Avevano un interprete: chi mi ha interrogato mi ha chiesto cosa stessi facendo in quella zona», ha raccontato Wajdi a Dci. «Egli mi ha poi spinto la testa con la mano contro un muro, mi ha dato un pugno e uno schiaffo, quindi ha lasciato la stanza».
«30 minuti più tardi egli ha iniziato a minacciarmi, a dirmi che avrebbe continuato a picchiarmi, che mi avrebbe rinchiuso in cella e che vi sarei rimasto per un lungo tempo se non avessi confessato. Io non ho aperto bocca, quindi mi è stato mostrato un video sul suo computer dove apparivamo noi tre, che non stavamo facendo niente di incriminante, né lanciando pietre».
«Gli ho detto che non avevo nulla, ero a mani vuote», continua Wajdi. «Poi mi hanno costretto a firmare delle carte scritte in ebraico. Le ho firmate, ma nessuno mi ha detto cosa c’era scritto».
Il giorno successivo Wajdi è stato ammanettato, incatenato e bendato; i militari lo hanno costretto a camminare davanti a loro mentre inveivano. Poi lo hanno trasferito nel carcere di Ofer. Egli è ora in attesa di giudizio.
Un testimone oculare ha raccontato a Dci che stava aspettando il permesso di passare il blocco stradale di Beit El, insieme ad almeno altre 5 persone in altrettante automobili. Egli ha detto che Sha’lan, al momento di passare, si è incamminato a mani vuote.
«Abbiamo sentito 3 colpi di arma da fuoco nel momento in cui Sha’lan è passato dietro a una stanza di cemento con uno dei soldati», egli ha raccontato. «Abbiamo così deciso di girare e di tornare indietro. E’ stato allora che ho visto il bambino disteso a terra ferito. Poi un militare gli ha sparato altri due colpi di pistola».
Fonti mediche al Centro medico palestinese hanno detto a Dci che Sha’lan è stato colpito da 5 colpi di arma da fuoco: 3 al petto e 2 al braccio.
«Ma questo succede raramente», aggiunge Dci. «dal 1 ottobre scorso Israele non ha indagato su nessuno degli incidenti mortali per arma da fuoco contro i bambini». Le autorità israeliane hanno perfino rifiutato le richieste di autopsia delle famiglie delle vittime.
Israele ancora trattiene i corpi di due bambini identificati come Masan Manasara e Mo’taz Oweisat.
2. Ishaq Badran, 16, from Kafr Aqab in Jerusalem, killed on October, 10, 2016.
3. Marwan Barbakh, 10, from Khan Younis in southern Gaza, killed on October 10, 2015.
4. Ahmad Sharaka, from the al-Jalazoun refugee camp in Ramallah, killed on October 11, 2015.
5. Mustafa Khatib, 17, from Jabal al-Mokabber in Jerusalem, killed on October 12, 2015.
6. Hasan Mahani (al-Manasra), 15, from Beit Hanina in Jerusalem, killed on October 12, 2015.
7. Tareq Natsha, 16, from Hebron’s Old City, killed on October 17, 2015.
8. Bayan Asaliyya, 16, from Hebron’s Old City, killed on October 17, 2015.
9. Mo’taz ‘Oweisat, 16m from Jabal al-Mokabber in Jerusalem, from Hebron’s Old City, killed on October 17, 2015.
10. Bashar al-Ja’bari, 15, from Hebron, from Hebron’s Old City, killed on October 20, 2015.
11. Ahmad Kamil, 17, from Qabatia in Jenin, killed on October 24, 2015.
12. Dania Ersheid, 17, from Hebron’s Old City, killed on October 25, 2015.
13. Mahmoud Nazzal, from Qabatia in Jenin, killed on October 31, 2015.
14. Ahmad Abu ar-Rob, 16, from Qabatia in Jenin, killed on November 2, 2015.
15. Sadeq Abdul-Aziz Gharbiyya, 16, from Sanour in Jenin, killed on November 10, 2015.
16. Mahmoud Wadi, 17, from Sa’ir in Hebron, killed on November 13, 2015.
17. Ashraf Qatanani, 16, from Askar al-Jadeed refugee camp in Nablus, killed on November 22, 2015.
18. Hadeel Awwad, 14, from Qalandia refugee camp in Jerusalem, killed on November 23, 2015.
19. Ala Hashshash, 16, from Askar al-Jadeed refugee camp in Jerusalem, killed on November 23, 2015.
20. Ibrahim Daoud, 16, from Deir Ghassana in Ramallah, killed on November 25, 2015.
21. Ayman al-‘Abbassi, 17, from Ras Jerusalem, killed on November 29, 2015.
22. Ma’moun al-Khatib, 16, from Doha in Hebron, killed on December 1, 2015.
23. Mustafa Fannoun, from Hebron, killed on December 4, 2015.
24. Abdullah Nasasra, 15, from Beit Forik in Nablus, killed on December 10, 2015.
25. Noureddin Sabaghna, 17, from Qabatia in Jenin, killed on December 27, 2015.
26. Ahmad Kawazba, 17, from Sa’ir in Hebron, killed on January 5, 2016.
27. Ala Kawazba, 17, from Sa’ir in Hebron, killed on January 7, 2016.
28. Khalil Wadi, 15, from Sa’ir in Hebron, killed on January 7, 2016.
29. Adnan al-Mashni, 17, from Hebron, killed on January 12, 2016.
30. Roqayya Abu Eid, 13, from Anata in Jerusalem, killed on January 23, 2016.
31. Hussein Abu Ghosh, 17, from Qalandia in Jerusalem, killed on January 25, 2016.
32. Ahmad Toba, 17, from Kafr Jammal in Tulkarem, killed on February 1, 2016.
33. Ahmad Sa’ada, 14, from Halhoul in Hebron, killed on February 5, 2016.
34. Omar Madhi, 15, from al-‘Arroub refugee camp in Hebron, killed on February 10, 2016.
35. Na’im Safi, 16, from al-‘Obeydiyya in Bethlehem, killed on February 14, 2016.
36. Fuad Waked, 15, from al-‘Arqa in Jenin, killed on February 14, 2016.
37. Nihad Waked, 15, from al-‘Arqa in Jenin, killed on February 14, 2016.
38. Qussai Abu al-Rob, 16, from Qabatia in Jenin, killed on February 21, 2016.
39. Mahmoud Sha’lan, 16, from Deir Dibwan in Ramallah, killed on February 26, 2016.
40. Labeeb Azem, 17, from Qaryout in Nablus, killed on March 2, 2016.
41. Mohammad Zaghlawan, 17, from Qaryout in Nablus, killed on March 2, 2016.
E’ bene ricordare che l’esercito israeliano ha anche ucciso Rahaf Yahya Hassan, di 2 anni, e sua madre, Nour Rasmie Hassan, 30 anni, all’epoca dei fatti incinta, l’11 ottobre 2015, bombardando la loro abitazione nel quartiere di Zeitoun, a Gaza.
Traduzione di Stefano Di Felice