Dure misure nella prigione di Negev contro detenuti in sciopero della fame

PIC. Il comitato stampa di Libertà e Dignità a sostegno dello sciopero della fame ha dichiarato che l’avvocato della Società di Prigionieri Palestinesi, tale Khaled Mahajna, è riuscito a fare visita a due detenuti in sciopero della fame presso il carcere di Negev, all’inizio del mese. Si tratta della prima volta che il servizio carcerario israeliano (IPS) permette visite legali dall’inizio dello sciopero della fame, il 17 Aprile.

Mahaina ha dichiarato di aver incontrato i due detenuti Ibrahim Abu Surour di Betlemme e Nael Hussein di Qalqilya, i quali lo hanno messo al corrente degli abusi subiti da parte dell’IPS sin dal primo giorno di sciopero.

Abu Surour e Hussein hanno riferito che la salute degli scioperanti sta peggiorando, sottolineando che alcuni di loro non sono in grado di reggersi in piedi e restano a letto per buona parte della giornata e che hanno bisogno dell’aiuto degli altri detenuti per recarsi in bagno. Hanno aggiunto che l’IPS si rifiuta di fornire loro il trattamento necessario.

Abu Surour ha affermato che sta soffrendo di dolori alla schiena e che è caduto a terra una settimana fa e da allora l’IPS tenta di ricattarlo, offrendogli le cure in cambio della fine dello sciopero.

I due detenuti hanno dichiarato che gli scioperanti nel carcere di Negev sono divisi in due sezioni distinte, per enfatizzare che essi sono costretti a bere dai lavandini del bagno oltre ad essere sottoposti quasi tutto il giorno a ispezioni e trasferimenti, sia dentro che fuori la prigione, cosa che li rende esausti.

Hanno inoltre spiegato che l’IPS fa pressioni sui prigionieri per spingerli a porre fine al loro sciopero, offrendo loro vari pasti e mettendoli in guardia delle conseguenze negative dello sciopero della fame sulla salute.

Ancora, hanno aggiunto che il primo giorno dello sciopero l’IPS ha sequestrato tutti gli oggetti personali dei prigionieri, fatta esclusione per coperte, materassi e uniformi. Hanno specificato di aver passato i primi 15 giorni di sciopero senza potersi cambiare i vestiti.Solo più tardi a ciascun prigioniero è stata fornito un unico capo di biancheria intima. In aggiunta, nel corso di una settimana, l’IPS ha permesso ai detenuti di farsi una doccia e uscire del cortile della prigione e negato loro la stessa cosa la settimana successiva.

L’avvocato Mahaina sostiene, citando i due prigionieri, che l’IPS ha imposto numerosi sanzioni ai detenuti in sciopero, incluso negare loro le visite dei familiari, impedire di recarsi a mensa e costringerli a pagare una multa di 450 Shekel israeliani (circa 115 euro) ciascuno, con un banale pretesto.

Egli ha anche affermato che il morale dei detenuti è alto e che essi sono determinati a continuare lo sciopero fino a che le loro richieste non verranno soddisfatte.

Traduzione di Ada Maria De Angelis