Genova/Milano-InfoPal. Il gruppo “Europeans for al-Quds” ha denunciato con forza l’intenzione israeliana di effettuare demolizioni di massa e sfollamenti nel quartiere palestinese di Sheikh Jarrah, nella Gerusalemme occupata, descrivendo tali pratiche israeliane come “crimini equivalenti alla pulizia etnica”.
In una dichiarazione di venerdì, European for al-Quds ha affermato che “ha seguito (con preoccupazione) una serie di gravi decisioni israeliane riguardanti la demolizione di decine di case palestinesi a Gerusalemme est, che minacciano centinaia di persone, comprese donne e bambini, di dislocamento”.
Il gruppo ha sottolineato la necessità di un intervento internazionale immediato e urgente per fermare tali gravi violazioni dei diritti umani.
Il gruppo ha affermato di aver lanciato, in collaborazione con i parlamentari europei, un’iniziativa per sollecitare i Paesi ad assumere posizioni ferme nei confronti di tali misure israeliane che mirano a imporre un fatto compiuto unilaterale nella città santa.
Il testo del comunicato.
L’Associazione Europeans for al-Quds chiede un intervento urgente per fermare i piani di Israele di demolizioni di massa e sfollamento nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme
“Europeans for al-Quds” condanna fermamente i piani israeliani volti a effettuare demolizioni di massa e sfollamenti, che sono crimini che equivalgono alla pulizia etnica, nel quartiere di Sheikh Jarrah della Gerusalemme est occupata.
L’associazione ha dichiarato in un comunicato di aver seguito una serie di pericolose decisioni israeliane riguardanti la demolizione di decine di case palestinesi a Gerusalemme est. Queste decisioni minacciano centinaia di sfollamenti forzati, comprese donne e bambini, e richiedono un intervento immediato e urgente per fermare queste gravi violazioni dei diritti umani.
Inoltre, l’associazione ha lanciato, in collaborazione con i parlamentari europei, un’iniziativa per sollecitare i propri paesi a prendere posizioni ferme nei confronti delle misure israeliane che cercano di imporre un fatto compiuto unilaterale nella Gerusalemme occupata.
I dettagli più importanti sulle recenti decisioni:
• Il 4 marzo 2021, la Corte suprema israeliana ha deciso di respingere un appello presentato da tre famiglie palestinesi del quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est occupata contro la decisione del Tribunale, emessa il 4 settembre 2020, di evacuarli. Pertanto, la decisione di evacuazione sarà applicata contro i gruppi familiari Hammad, Dawoudi e Dajani, composte da sette famiglie e 25 individui, tra cui otto bambini.
• Questa decisione arriva dopo che la Corte Suprema di Israele ha respinto, il 10 febbraio 2021, l’appello di quattro famiglie del quartiere Sheikh contro la decisione del Tribunale emesso contro di loro nell’ottobre 2020. I gruppi familiari al-Jauni, al-Qasim, Iskafi, e al-Kurd, includono sette famiglie di 30 persone, compresi dieci bambini.
• Nel novembre 2020, il Tribunale israeliano ha deciso per l’evacuazione della famiglia Al-Sabbagh. La famiglia è composta da cinque nuclei familiari e 32 persone, inclusi dieci bambini.
• Pertanto, 19 nuclei familiari di otto famiglie, di cui 78 persone, di cui 28 bambini, continuano a essere minacciate di sfollamento forzato in qualsiasi momento.
• Inoltre, giovedì 11 marzo 2021, la municipalità israeliana di Gerusalemme ha annunciato una decisione che rifiutava i piani di ingegneria per il quartiere di Al-Bustan a Silwan. La Corte ha inoltre deciso di non prolungare il blocco della demolizione delle case del quartiere. A seguito di questo sviluppo, 100 case, che ospitano oltre 1550 persone, la maggior parte bambini e donne, nel quartiere di Al Bustan, sono a rischio imminente di sfollamento.
Il direttore dell’Associazione degli europei per al-Quds, Mohammed Hannoun, ha confermato che questi piani giungono alla luce dell’accelerazione della demolizione delle case palestinesi a Gerusalemme. “In un rapporto che abbiamo pubblicato sulle violazioni israeliane durante il 2020, i dati hanno mostrato che le forze di occupazione israeliane hanno distrutto 148 case, sfollando 450 persone nei quartieri di Gerusalemme est durante il 2020”.
Hannoun ha aggiunto che “secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite, le azioni di Israele sono caratterizzate da discriminazione razziale e minacciano di dislocare centinaia di gerosolimitani per cambiare la realtà demografica nella città occupata”.
Ha sottolineato che la distruzione israeliana e la deportazione illegale di civili nei territori occupati violano la quarta Convenzione di Ginevra e costituiscono un crimine di guerra ai sensi del paragrafo 4 dell’articolo 8 dello Statuto della Corte penale internazionale.
Pertanto, Hannoun chiede un’azione rapida per esercitare maggiori pressioni su Israele affinché interrompa l’attuazione di tali piani che violano le norme sui diritti umani e evidenziano una nuova escalation che minaccia qualsiasi prospettiva di pace e stabilità nella regione.