Di Maria Rosaria Greco*
La rassegna “Femminile palestinese” promossa dal Centro di produzione teatrale Casa del Contemporaneo, continua con un nuovo appuntamento. Dal cinema si passa alla letteratura, venerdì 10 novembre, ore 18,00, alla libreria Feltrinelli di Salerno (Corso Vittorio Emanuele, 230) con la presentazione del libro “Uomini sotto il sole” di Ghassan Kanafani. Il romanzo è stato recentemente ristampato da Edizioni Lavoro a cura di Isabella Camera D’Afflitto, docente di Letteratura araba moderna all’Università La Sapienza di Roma, che ne ha aggiornato la traduzione. Insieme a Isabella Camera D’Afflitto intervengono Antonio Bottiglieri, Presidente SCABEC, Erminia Pellecchia, Giornalista, de “Il Mattino”, Maria Rosaria Greco, Curatrice della Rassegna. Attilio Bonadies legge alcuni brani di Ghassan Kanafani
“Uomini sotto il sole” arriva in Italia nel 1984, grazie alla traduzione della Camera d’Afflitto e grazie a un piccolo editore salernitano, Edizioni Ripostes, che pubblica “Palestina, tre racconti”. Uno dei racconti è “Uomini sotto il sole” di Ghassan Kanafani, gli altri due sono “Sestina dei sei giorni” di Emil Habibi e “Selim lo scemo” di Tawfiq Fayyad. Con questa operazione editoriale Kanafani viene tradotto per la prima volta in italiano, entrando in Italia via Salerno.
Appare subito un romanzo potente e rivoluzionario: per la prima volta in Italia si parla non solo di letteratura araba, ma di letteratura palestinese, e soprattutto si inizia a parlare della tragedia palestinese. L’opera di Kanafani si impone anche per il suo valore letterario, e oggi rimanda a un tema drammaticamente attuale: il viaggio dei migranti, con le storie di donne e uomini che fuggono da terre di dolore, di persecuzione, di violazione di diritti umani e civili.
E’ la storia di tre palestinesi, due giovani e un uomo più anziano, che cercano di fuggire dai campi profughi della Cisgiordania, nati dopo la perdita della Palestina nel 1948, per arrivare in Kuwait attraverso il deserto iracheno. I tre “uomini sotto il sole”, Abu Qais, Assad e Maruàn, sono tre clandestini che devono nascondersi in una cisterna vuota prima di ogni controllo di dogana per restarvi solo pochi minuti, sette minuti al massimo. Ma “uomini sotto il sole” sono tutti gli esseri umani disperati che, sotto il sole, cioè sotto gli occhi di tutti, affrontano la morte nel tentativo di approdare sulle nostre coste, nella totale indifferenza del mondo. E “uomini sotto il sole” infine sono tutto il popolo palestinese destinato a morire asfissiato sotto il sole del deserto, cioè sotto quella occupazione israeliana che saccheggia togliendo terra, acqua, dignità, diritti, aria.
Questo breve romanzo fa del giovane Kanafani il modello intellettuale di un’intera generazione. È considerato dalla critica araba e occidentale uno dei massimi scrittori arabi contemporanei. In quegli anni, nel 1969, gli viene affidata la rivista Al-Hadaf che riesce subito a distinguersi da tutte le altre, con grande seguito internazionale. Da Beirut, Kanafani crea e produce alcuni dei più spettacolari manifesti della rivoluzione palestinese. Consapevole dell’importanza della comunicazione nella lotta per la liberazione della Palestina, inizia a coniugare l’arte con la letteratura e l’informazione, portando l’attenzione fra i primi su poeti arabi come Mahmoud Darwish, Samih al-Qasim e Tawfiq Zayyad.
Viene assassinato nel 1972, a Beirut, con un ordigno esplosivo, insieme alla nipote sedicenne Lamis. Aveva 36 anni. Sicuramente Israele voleva zittire la sua voce, ma oggi a quarantacinque anni dalla sua morte, la sua presenza è ovunque, le sue foto e le sue citazioni sono frequentissime nel web e nei social media arabi, anche fra le generazioni più giovani. Kanafani a livello internazionale è simbolo della rivoluzione palestinese.
Femminile palestinese, il 10 novembre lo riporta a Salerno, esattamente dove, nel 1984, iniziò a parlare a tutta l’Italia con i suoi “Uomini sotto il sole”. Da questi uomini vogliamo iniziare.
“Perché non avete bussato alle pareti della cisterna? Perché?” Kanafani chiude il suo romanzo con questa domanda struggente. Perché i tre, chiusi nella cisterna, sotto il sole, non hanno chiesto aiuto? Al lettore la risposta.
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La rassegna proseguirà con il corso di cucina popolare palestinese tenuto da Fidaa Ibrahim Abuhamdieh, il 16 e il 17 novembre presso l’I.I.S.S. Santa Caterina da Siena-Amendola di Salerno; invece il 2 marzo 2018, all’Università di Salerno, si svolgerà un convegno sul tema della libertà accademica con Ilan Pappe, professore di Storia dell’University of Exeter e Ruba Salih, docente di Antropologia alla SOAS University of London.
* Curatrice della rassegna Femminile palestinese