Ferito da schegge di un missile israeliano, l’appello disperato della moglie: è ridotto a vegetale e ha bisogno di cure urgenti

Ferito da schegge di un missile israeliano, l’appello disperato della moglie: è ridotto a vegetale e ha bisogno di cure urgenti

Gaza – InfoPal. La moglie di Eyad ‘Ali Hassan Saleh, palestinese del campo profughi di Jabaliya, ha rinnovato il proprio appello già rivolto due mesi fa all’emiro del Qatar, Shaykh Hamad bin Khalifa Al Thani, affinché salvi la vita del coniuge gravemente ferito.
La sua condizione peggiora sempre di più e si sta spegnendo davanti allo sguardo dei cinque figli.

“Hamad”, Fondazione medica qatariota, aveva preso in consegna dalla donna lastre e referti necessari. Mentre ripartiva, il presidente del dipartimento di radiologia, Ahmed ‘Omar, che insieme ad altri medici aveva visitato Gaza per incontrare i casi di salute più gravi, aveva promesso che si sarebbe fatto carico di Saleh.

“Il mio primo appello, e il secondo, gli ho rivolti solo a Dio, perché portasse i palestinesi ad essere misericordiosi e a fare donazioni. E sempre a Dio ho rivolto un terzo appello, quello di non deludere la speranza per la fine della nostra sofferenza”.

La donna chiede al premier del governo di Gaza, Isma’il Haniyah, di intercedere con l’emiro Al Thani, perché suo marito riesca a essere sottoposto, in Qatar, all’impianto di un apparecchio sottocutaneo, una sorta di microchip necessario per alleviare i dolori atroci e incessanti.

Il ferimento. Saleh fu ferito nel 2006 da Israele. Le schegge di un missile israeliano penetrarono in tutto il corpo. L’uomo riportò ustioni, le più gravi sulla zona destra del capo, compreso l’occhio. Fratture e ferite ovunque.
Per sette mesi Saleh perse la vista, poi, in seguito a un intervento, la riacquistò, ma solo dall’occhio sinistro e comunque ad un grado parziale.

Col trascorrere del tempo, complicazioni hanno aggravato la sua condizione di salute. Saleh ha iniziato ad avere convulsioni più di frequente e crisi elettriche cerebrali, e, nonostante i ripetuti interventi cui è stato sottoposto a Dubai, in Egitto, Siria, Turchia, le convulsioni sono continuate.

“Sappiamo della possibilità di operarlo all’ospedale Hamad per impiantargli il dispositivo sottocutaneo. Ad oggi, nonostante le numerose operazioni, mio marito è sempre in uno stato vegetativo e continua ad avere convulsioni”, conclude la donna.

Per aiutare la famiglia di Saleh si possono contattare i seguenti recapiti telefonici:

0097082450217/ 00972599304071 (cellulare)

Del caso di Saleh si era già occupata questa agenzia, a dicembre del 2011: http://www.arabbab.com/?p=109382