Fonti palestinesi: “La battaglia di Ain al-Hilweh non è ancora finita”

Sidone. Fonti palestinesi nel campo profughi di Ain al-Hilweh a Sidone, nel sud del Libano, hanno affermato: “La battaglia non è ancora finita e la vita non è ancora tornata (normale) al campo”.

Le fonti hanno dichiarato a Quds Press venerdì: “È in corso una trattativa tra le diverse forze, fazioni e partiti palestinesi e libanesi per mantenere il cessate il fuoco nel campo, e le commissioni specializzate continueranno il loro lavoro fino a quando non saranno raggiunti risultati concreti riguardo agli omicidi avvenuti”.

Muhammad Hassoun, membro del “Movimento giovanile palestinese unificato e indipendente” nel campo di Ain al-Hilweh, ha spiegato: “La situazione economica nel campo è difficile, e ci sono decine, e forse centinaia, di proprietari di negozi e altre attività che sono ancora chiusi dal primo scoppio dei recenti scontri, il che significa che decine di famiglie palestinesi sono senza fonte di reddito e ora vivono in condizioni molto difficili”.

Hassoun ha dichiarato a Quds Press: “Ci sono molte famiglie palestinesi che sono ancora fuori dalle loro case, poiché non sono più abitabili, a causa dei danni diretti e indiretti di razzi e proiettili. Altri non hanno intenzione di tornare a causa della situazione di sicurezza in atto e della loro paura di nuovi scontri tra le parti in conflitto”.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Aiuto ed il lavoro dei Rifugiati palestinesi (UNRWA) ha deciso venerdì di “sospendere tutti i suoi servizi all’interno del campo, in segno di protesta contro la presenza continua di uomini armati nelle sue strutture nel campo, comprese le scuole”.

L’agenzia ha confermato in una dichiarazione ricevuta da Quds Press: “L’agenzia non tollera azioni che infrangono l’inviolabilità e la neutralità delle sue installazioni”, aggiungendo che le scuole nel campo probabilmente non saranno disponibili per i 3.200 bambini all’inizio del nuovo anno scolastico.

“UNRWA ribadisce il suo appello agli attori armati di evacuare immediatamente le sue strutture per garantire la consegna senza impedimenti dell’assistenza tanto necessaria ai rifugiati palestinesi”.

Nel frattempo, la Commissione locale 302 per la Difesa dei diritti dei rifugiati ha espresso il suo “rifiuto e la sua disapprovazione per la decisione dell’UNRWA di sospendere tutti i suoi servizi nel campo”.

La commissione ha affermato, in una dichiarazione ricevuta da Quds Press: “Questa decisione priva più di 60 mila rifugiati palestinesi di servizi sanitari, di assistenza e di igiene ambientale”.

Ha condannato anche “l’uso delle scuole dell’Agenzia nel campo per qualsiasi azione armata, in qualsiasi forma”.

La commissione ha considerato tali azioni: “Una violazione palese degli edifici delle Nazioni Unite in base al diritto internazionale”, sottolineando che condivide l’appello dell’UNRWA alle forze armate di evacuare immediatamente le loro strutture.

Nella sua dichiarazione, la Commissione 302 ha chiesto all’UNRWA di “affrontare questa questione seria e sensibile nei quadri appropriati a livello politico ufficiale libanese e palestinese, rappresentato dalla Commissione Congiunta per l’Azione Palestinese e dalle parti attive e influenti, e di separare la risoluzione di questa questione dai diritti dei rifugiati”.

Due settimane fa, nel campo sono scoppiati scontri tra palestinesi armati, causando 14 morti e più di 60 feriti, e costringendo migliaia di rifugiati palestinesi a fuggire dalle loro case.

Il numero di rifugiati palestinesi registrati presso l’UNRWA è di circa 450 mila, la maggior parte dei quali vive in 12 campi ufficiali.

(Fonte: Quds Press).