Forze israeliane prendono d’assalto organizzazioni di beneficenza e chiudono gruppi per i diritti dei detenuti

360150CBetlemme-Ma’an. Martedì le forze israeliane hanno perquisito il quartier generale della commissione delle attività di beneficenza di Betlemme del distretto gestito dall’Autorità palestinese, così come l’ufficio di Nablus di un gruppo per i diritti dei detenuti, distruggendone e confiscandone le proprietà.

Il tesoriere dell’organizzazione benefica di Betlemme, Mahmoud Khalifa, ha riportato a Ma’an che “le forze di occupazione hanno fatto irruzione nel quartier generale alle 2:40 del mattino, devastandolo, sfondando le porte degli uffici amministrativi e di contabilità”.

I soldati hanno aperto due casseforti nella sede centrale e confiscato tutto il materiale, così come un certo numero di fascicoli e hard disc dagli scaffali dell’ufficio, ha raccontato Khalifa.

Khalifa ha comunicato a Ma’an che il quartier generale sostiene circa 1200 orfani dei villaggi dell’area di Betlemme, delle città e dei campi profughi.

“La commissione svolge solo attività sociali e non ha nulla a che fare con questioni politiche”, ha affermato Khalifa, aggiungendo che le loro attività sono autorizzate dal Ministero palestinese dei beni sociali.

Il ministro palestinese per i beni sociali Yousif Ideis ha denunciato l’irruzione al quartier generale delle organizzazioni benefiche di Betlemme. Ideis ha affermato in una dichiarazione che la confisca dei fascicoli “colpirà il processo di distribuzione degli aiuti” agli orfani e alle famiglie bisognose che dipendono da questa assistenza.

Separatamente, le forze israeliane hanno preso d’assalto il centro Ahrar per gli studi sui detenuti e i diritti umani a Nablus nel nord della Cisgiordania, confiscandone il materiale, ha raccontato a Ma’an il direttore del centro.

Fuad al-Khuffash ha affermato che i soldati israeliani hanno fatto irruzione nell’ufficio al quinto piano e confiscato computer, fax e tutti i fascicoli e i documenti correlati a detenuti palestinesi sotto custodia israeliana.

Le forze armate hanno lasciato una lettera con l’ordine di tenere l’ufficio chiuso fino a nuovo avviso, ha raccontato al-Khuffash a Ma’an, riferendosi all’accaduto come a “un tentativo di mettere a tacere la voce che rivela tutte le violazioni israeliane dei diritti umani e dei diritti dei detenuti”.

Un portavoce dell’esercito israeliano non aveva informazioni immediate su nessuno degli eventi.

Organizzazioni di beneficenza nei territori palestinesi occupati sono state prese d’assalto o chiuse in passato dalle forze israeliane, le quali affermano che le attività dei gruppi rappresentano una “minaccia per la sicurezza”.

Un numero di stazioni radio palestinesi è stato chiuso negli ultimi mesi dalle autorità israeliane basandosi sul fatto che i media stessero incoraggiando “istigazione” contro Israele.

Lo scorso mese il segretario generale del consiglio dei ministri palestinese, Ali Abu Diak, ha affermato che l’atto era parte della politica di Israele volta a “opprimere la voce dei diritti palestinesi” e prevenire la pubblicazione della verità sui “continui terribili crimini che Israele commette ai danni del popolo palestinese”.

Traduzione di Elisa Paganelli