Gaza: merci sbloccate dopo 3 anni, ormai da buttare.

Gaza – Ma'an. I commercianti di Gaza avevano accolto con un sospiro di sollievo la decisione annunciata la settimana scorsa dalle autorità israeliane, che hanno abolito parzialmente il bando all’importazione di articoli d’abbigliamento nella Striscia. Le partite abbandonate dal 2007 nei magazzini di Ashdod hanno così finalmente potuto attraversare il confine.

Purtroppo giovedì, all’arrivo della merce, gli stessi commercianti hanno dovuto constatare come questa fosse danneggiata in modo irreparabile.

Chi di loro aveva ottenuto il permesso d’importare vestiti nella regione, per poi scoprire che i suoi capi non si trovavano nella lista dei neanche 50 articoli ammessi dall’embargo israeliano, era stato costretto a pagare per conservarli nei container del porto israeliano di Ashdod.

Abu Sahul, rivenditore di Khan Yunis, ha confessato di essersi sentito distrutto quando ha aperto un contenitore di jeans: “Sono rimasto scioccato, (…) i jeans erano stati lasciati sotto la pioggia per giorni, mesi, forse anni, ed erano danneggiati senza rimedio.”

Secondo i suoi calcoli, l’80% della sua merce era completamente inadatto a essere venduto: “Che cosa me ne faccio di 35.000 paia di jeans sporchi?” si è chiesto.

In aggiunta al costo dei vestiti, Abu Sahul ha rivelato di aver pagato 1.700 shekel [circa 340 €, ndr] al mese nell’ultimo anno per tenere la merce nel magazzino: “Pensavo di pagare così tanto per assicurarmi che i capi fossero al riparo dalla pioggia!”.

Il rivenditore ha quindi valutato le sue perdite a più di mezzo milione di shekel (10.000 €, ndr) e si è disperato al pensiero che gli altri nove container che sta ancora pagando ad Ashdod saranno rovinati in modo simile.

Secondo il responsabile palestinese delle frontiere della Striscia di Gaza Raed Fattuh, le autorità di Ramallah hanno inviato una lettera di protesta ai funzionari israeliani, alla luce delle denunce di decine di commercianti le cui merci sono ora inutilizzabili.

Nella lettera vengono chiesti dei risarcimenti per i danni subiti, oltre che per gli affitti pagati, ma Fattuh non si è mostrato ottimista sulla possibilità che i negozianti ottengano delle riparazioni nel prossimo futuro.

 

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