Genocidio a Gaza, la Corte Internazionale di Giustizia inizia ad esaminare la causa del Sudafrica contro Israele

L’Aja. Oggi, giovedì 11 gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia (ICJ) terrà la sua prima sessione per esaminare la causa intentata dal Sudafrica contro Israele per l’accusa di crimini di genocidio nella Striscia di Gaza, accompagnata dalla richiesta di fermare urgentemente la guerra.

Alla vigilia della sessione, centinaia di attivisti e membri delle comunità palestinesi e arabe di diversi paesi europei hanno iniziato ad arrivare, ieri, mercoledì, nella città olandese dell’Aia, per partecipare a manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese durante le sessioni di giovedì e venerdì della Corte di Giustizia nella causa intentata dallo Stato del Sud Africa.

Sono previste grandi manifestazioni davanti al tribunale dell’Aia, in risposta agli appelli di numerosi movimenti politici attivi contro la guerra israeliana nella Striscia di Gaza, che finora ha causato la morte di oltre 23.000 persone a Gaza e la distruzione della maggior parte delle strutture vitali e delle case.

I movimenti filo-palestinesi in Olanda hanno invitato il pubblico olandese a essere presente davanti al tribunale, giovedì e venerdì. Secondo fonti dei media, si tratta di attivisti provenienti da paesi come Francia, Germania e Belgio, e alcuni di loro hanno organizzato autobus speciali per trasportare i partecipanti.

La petizione di 84 pagine del Sudafrica afferma: “Gli atti e le violazioni commesse da Israele, che il Sudafrica denuncia, costituiscono un genocidio, poiché mirano a eliminare una parte significativa del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese, in violazione della Convenzione sulla prevenzione del crimine di genocidio”.

Nel suo dossier, il Sudafrica descrive dettagliatamente anche pratiche che includono massacri e distruzioni, nonché la privazione di beni di prima necessità come acqua, cibo, medicine, carburante, ripari e altro, a partire dallo scorso 7 ottobre.

“Tutte queste azioni sono attribuite allo Stato occupante, che non è riuscito a prevenire il genocidio e lo sta commettendo in violazione della Convenzione sul genocidio”, afferma la causa, aggiungendo che Israele non è riuscito a impedire ai suoi dirigenti di incitare al genocidio, il che è contrario a quanto prevede la convenzione siglata nel 1948.

La causa chiede alla Corte internazionale di giustizia di imporre misure di emergenza per fermare le violazioni commesse da Israele. Le due parti presenteranno le loro argomentazioni davanti ai giudici della Corte internazionale di giustizia dell’Aia per due giorni.

Sia il Sudafrica che Israele hanno firmato la Convenzione sul genocidio del 1948, che garantisce alla Corte internazionale di giustizia la giurisdizione per giudicare le controversie sulla base del trattato.

La Convenzione sul genocidio obbliga tutti gli Stati firmatari non solo a non commettere un genocidio, ma anche a prevenirlo e punirlo. Il trattato definisce il genocidio come “atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.

(Fonti: Quds News network, Quds Press).